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Palazzo de Liguoro, in scena Simone Faloppa

NAPOLI (di Cristina Cipriani) – «Il problema della realtà di ciò che si vede […]è l’essenza della letteratura fantastica». (Italo Calvino)

Dall’11 al 13 novembre è in scena un nuovo spettacolo teatrale, «Fantastico Italiano» con Simone Faloppa al Palazzo de Liguoro (via Arena alla Sanità, 12), in cui si continua a organizzare serate culturali con il nobile intento di riqualificare uno dei quartieri più malfamati di Napoli (il quartiere delle Vergini).

Tratto dall’omonimo libro di Costanza Melani che, ispirata dalle opere di Edgard Allan Poe, traccia il profilo storico – letterario italiano del genere fantastico.

Questo genere letterario ha consentito diversi scrittori americani, europei e italiani di superare i confini che separano la realtà dall’irrealtà, creando opere da «Dracula» a «Pinocchio» di Collodi, da «I malavoglia» di Verga a «La metamorfosi» di Kafka, a «Uno, nessuno e centomila» di Pirandello, a «Ombre» di Landolfi e alle opere di Buzzati in cui si viaggia nei luoghi dell’immaginazione.

Con l’intento di addentrarsi nel mondo fantastico, Simone Faloppa, autore e attore ligure, decide, con la collaborazione del Circolo Alekseev per l’ambientazione e l’audio, di Marco Fumarola per il disegno luci, di Katia Titolo per l’elaborazione plastica e di Daniela Lotti per il progetto grafico, di affrontare la sfida non semplice della trasposizione di un testo letterario in uno teatrale.

Realizza così una lezione – spettacolo, che ha, questa volta, come location una stanza dell’appartamento di un’antica famiglia aristocratica napoletana, i de Liguoro. Ispirandosi ai dettami della letteratura fantastica, l’allestimento scenico porta gli spettatori a essere fisicamente nel mezzo della scena: un salotto con libri antichi alle pareti, un enorme tavolo al centro attorno al quale è possibile accomodarsi.

Un’ambientazione che cala nell’epoca storica dei romanzi che Simone Faloppa cita, ma che soprattutto dà l’impressione di essere protagonista di una seduta spiritica. Situazione accentuata dall’alternanza di momenti di buio e di luce, che dal punto di vista registico è l’espediente più efficace per separare il “professore” dall’“attore”, la lezione dallo spettacolo, ponendo così l’accento sulla dualità della natura narrativa dei racconti fantastici e dell’essere umano.

Vincitore della III edizione del Premio Nino De Reliquis per il Teatro, la Danza e le Arti Performative a cura del centro artistico Il Grattacielo di Livorno, «Fantastico Italiano» grazie all’impegnata, preziosa e ardua interpretazione di Simone Faloppa passa dall’essere un saggio letterario a un’opera teatrale e arriva a essere occasione di riflessione sulla storia del nostro paese attraverso gli occhi di scrittori che non si sono mai fermati a ciò che convenzionalmente è chiamata realtà. 

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