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(Video)Petra Reski: “Anche in Germania esiste l’intreccio mafia – politica”

NAPOLI – (di Daniele Pallotta). “Anche in Germania esiste la mafia, e senza rapporti con i politici locali non può sopravvivere”: ad affermarlo è la giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski, da molti anni in Italia per seguire e raccontare i fatti legati alla criminalità mafiosa. Per scrivere il suo libro “Sulla strada per Corleone”, di cui ha discusso con la giornalista Cristina Zagaria nella sede della Città del sole, Reski ha dovuto chiedere informazioni alla polizia e ad alcuni magistrati tedeschi, che “sono perfettamente a conoscenza della gravità della situazione in Germania, ma che non hanno strumenti, anche normativi, per intervenire adeguatamente”.
In Germania, denuncia Petra Reski “la mafia non viene percepita dal tedesco medio come un pericolo, dunque per i politici non è un argomento che paga in campagna elettorale. Ma se ne parla poco anche perché in Germania, come in Italia, esiste una zona grigia di professionisti e di politici che hanno in varie forme rapporti con la criminalità organizzata, soprattutto per quanto riguarda gli appalti pubblici.” Del potere della mafia in Germania Reski racconta di averne avuto una dimostrazione durante una presentazione del suo libro in una città tedesca: “sono stata minacciata nel corso di quella presentazione, e questo significa che i mafiosi in Germania si sentono sicuri”. Duro l’attacco anche ai media tedeschi, che secondo Reski non forniscono un resoconto oggettivo della situazione. Come esempio riporta il caso di due inviati dello Spiegel, il più diffuso quotidiano tedesco, che avrebbero avuto, nel corso del loro soggiorno a San Luca, come guida una persona di fiducia di un boss locale, e “lo Spiegel ostentava questa notizia, come se fosse orgoglioso che gli articoli dei suoi giornalisti fossero dettati dai boss” commenta indignata la scrittrice tedesca. E aggiunge che il problema in Germania è prima di tutto di natura culturale, “c’è ancora una visione folkloristica della mafia, una mafia che balla, canta e ogni tanto ammazza. Per loro il riciclaggio del denaro sporco è un problema molto astratto. Forse è così anche nelle regioni settentrionali dell’Italia”.
IL VATICANO E LA MAFIA. Anche in considerazione del fatto che papa Benedetto XVI è tedesco, Petra Reski muove una critica al vaticano e alle gerarchie ecclesiastiche: “non esiste alcun documento ufficiale della Chiesa che condanni la mafia. Papa Giovanni Paolo II pronunciò un discorso di condanna, ma dopo quel giorno nulla è stato fatto. Esistono solo pochi preti coraggiosi, ma il Vaticano e l’attuale pontefice hanno grandi responsabilità”.
LE DONNE DI MAFIA. Reski intende sfatare il luogo comune che vede le donne di mafia vittime inconsapevoli di mariti violenti: “chi conosce un poco le donne sa che i loro compagni non possono fare cose del genere e tenerle all’oscuro. Alcune donne sia nella camorra, sia in Cosa Nostra, l’organizzazione più maschilista, hanno ricoperto ruoli di rilievo”.

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