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“Verrà cantando il sangue” di Vittorio del Tufo

NAPOLI (di Chiara Minieri) – ‘Verrà cantando il sangue’ è qualcosa di più di un romanzo giallo: il libro di Vittorio del Tufo, edito da Rogiosi, racconta due vicende che scorrono parallele nonostante si svolgano in due periodi storici agli antipodi: il medioevo e i ruggenti anni ’80 del ventesimo secolo. Due racconti che intrecciano sapientemente fatti reali a personaggi inventati che si raggruppano attorno ad un unico grande fulcro, il miracolo di San Gennaro, un fenomeno che da secoli ha attratto napoletani e non, e che da sempre è ammantato di mistero. “Un libro perfettamente costruito – commenta il critico Paolo Isotta – che mescola nel migliore dei modi la storia medievale ad elementi di storia dell’arte dando vita ad un racconto avvincente e anche ironico, grazie al giovane protagonista che vive negli anni’80 e che conduce un’indagine giornalistica su un omicidio in una maniera quasi allegra, e fortemente realistica”.

 

Vittorio del tufo - feltrinelli 2
Presentazione alla Feltrinelli in piazza dei Martiri

 

Un romanzo, dunque, che si presenta ai lettori come una sfida, soprattutto grazie al finale a sorpresa che ha sollevato non pochi dibattiti dal momento che propone una soluzione decisamente originale- ma plausibile – all’enigma dello scioglimento del sangue di San Gennaro. “Napoli è una città che ha molti misteri, la sua storia è costellata da segreti – aggiunge il professor Massimo Lo Iacono – e questo libro parte da una questione che sta a cuore a molti, quella dello scioglimento del sangue del santo appunto, per svilupparsi poi su un doppio binario, dando prova della circolarità del tempo, di come passato e futuro non siano poi così lontani l’uno dall’altro.” Entrambe le storie partono con due delitti, nella prima a perdere la vita è un monaco alchimista, assassinato nel 1389, anno in cui è stato documentato per la prima volta il miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro; nella seconda storia – invece – la vittima è uno scienziato milanese che muore in circostanze tutte da chiarire nel 1986. Il giallo inizia qui, con il giovane giornalista che tenta di far luce sull’accaduto dopo che la polizia lo ha liquidato come “morte accidentale”.  La lettura procede velocemente grazie ai capitoli brevi che facilitano il passaggio da un secolo all’altro, rendendo la trama molto scorrevole. Molti i riferimenti a personaggi realmente esistiti, come Ladislao di Durazzo, l’angioino diventato re nel 1399, che fu tra i primi a tentare l’unificazione dell’Italia partendo dal sud, o i più contemporanei Mario Merola e il camorrista Luigi Giuliano.

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