Turista incide con le chiavi il nome della fidanzata sul Colosseo: multato
di Tiziana Pagano
È di oggi la notizia che vede protagonista un turista, in visita a Roma, multato per danneggiamento aggravato in quanto ritenuto responsabile di aver inciso il nome della sua fidanzata, con una chiave, su una parete del Colosseo. Il video che lo vede incriminato, ha già fatto il giro del web. E, quindi, del mondo intero.
Ultimamente, purtroppo, sentiamo sempre più spesso notizie che vedono protagonisti i monumenti artistici e gli atti vandalici da essi subiti per danni di fanatici o attivisti.
Quadri, sculture e altre opere straordinarie di illustri artisti sono state prese di mira nei mesi scorsi dagli attivisti per il clima e per la difesa dell’ambiente. A maggio, attivisti del movimento sono entrati nella Fontana di Trevi versando carbone vegetale e annerendo in parte l’acqua del celebre monumento, per poi esporre lo stesso striscione “Noi non paghiamo il fossile”.
Opere imbrattate per sensibilizzare l’opinione pubblica ai problemi che attraversa il nostro pianeta. La causa è nobile ma le modalità delle proteste? Attaccare il passato, il nostro passato, quello dell’intera umanità, può davvero giovare alla battaglia per salvare il futuro?
Il patrimonio culturale, con i suoi beni, costituiscono la ricchezza di un luogo e della relativa popolazione. Vandalizzarlo in nome dell’ambiente e del futuro non renderà più memorabili le proteste, tantomeno sensibilizzerà l’opinione pubblica sull’argomento. Toglierà solo a tutti noi la bellezza e il valore storico, artistico e culturale che porta con sè.
Imbrattarlo, poi, per fare dediche d’amore lascia davvero sgomento.
