Notizie dall'Italia e dal mondo

Cronaca

Scampia, un’area in trasformazione: la fine della Vela Gialla e la speranza per il futuro

Dopo oltre 40 anni di lotte e speranze, la Vela Gialla di Scampia, simbolo di resistenza e di una condizione di vita difficile, è stata sgomberata. Questo processo segna una tappa importante nella storia del quartiere, che ha visto alternarsi momenti di speranza e di sofferenza. La Vela Gialla è stata per decenni il cuore pulsante della comunità di Scampia, il luogo in cui gli abitanti si sono organizzati, protestato e hanno dato vita a un movimento che ha cercato di sensibilizzare sulle condizioni di vita insostenibili nelle famigerate “Vele” di Scampia, costruzioni erette negli anni ’60 e ’70 come soluzione abitativa d’emergenza.

La decisione di abbattere la Vela Gialla e gli altri edifici delle Vele è arrivata dopo una lunga battaglia per la sicurezza e il risanamento del quartiere. Le strutture sono state dichiarate inagibili già a settembre, e il Comune ha cominciato a sgomberare i residenti, portando via le ultime famiglie. Tra queste, circa 14 nuclei familiari, ancora in attesa di una nuova sistemazione, sono stati sistemati in alberghi o in alloggi messi a disposizione dalla Curia di Napoli, in attesa di poter accedere a case in affitto, grazie al sostegno economico del Comune.

La Vela Gialla non è solo un edificio: è un simbolo di resistenza e di speranza per i suoi abitanti, che nonostante le condizioni di vita estremamente precarie, non sono mai stati disposti a lasciare il loro quartiere. Le condizioni all’interno sono desolate: corridoi abbandonati, rifiuti ovunque, tubature che perdono e stanze ormai vuote, alcune senza pareti. I rumori di calcinacci che cadono durante la notte sono frequenti, creando un senso di paura tra chi ancora vive lì. Francesca, una giovane di 19 anni che ha trascorso tutta la sua vita nel quartiere, racconta la sua esperienza: “Qui fa paura la notte, si sentono le pietre che cadono, è difficile vivere in queste condizioni”, confessa, con la speranza di trovare una sistemazione definitiva.

Nonostante la volontà di andarsene, lasciare il quartiere non è semplice. Per molti, come Francesca, la difficoltà è legata alla mancanza di un reddito stabile, che impedisce di firmare un contratto di affitto. Anche se il Comune fornisce un sussidio, la scarsità di alloggi disponibili e le difficoltà economiche rendono il trasferimento un processo lungo e doloroso. In molti casi, l’unica alternativa rimasta è quella di vivere in una condizione di incertezza, aspettando che i nuovi alloggi, promessi dal piano di ricostruzione, siano pronti. Questi dovrebbero arrivare nel 2025, con la promessa di 160 alloggi pronti a breve, a cui seguiranno gli altri 433 necessari per completare il progetto.

Il legame con la Vela Gialla è profondo per molti abitanti, che vedono questo luogo come parte della loro identità. Le scritte sui muri delle abitazioni abbandonate raccontano storie di una comunità che ha resistito nonostante le difficoltà, lasciando segni di affetto e gratitudine. “Grazie di tutto, ti amo 409” si legge su una delle facciate, mentre su un balcone si trova un altro messaggio: “Grazie Mamma Vela”. Questi segni di speranza e affetto sono un ricordo della lotta e della vita vissuta dentro le Vele, che ora vengono abbattute, ma che restano vive nei cuori di chi le ha abitate.

Le difficoltà non riguardano solo chi ha vissuto per decenni nelle Vele, ma anche coloro che, come la signora che abbiamo incontrato all’ingresso, sono fuori da ogni censimento e non hanno soluzioni abitative. Nonostante questo, l’amore per il quartiere e il legame con gli animali e la propria casa sono così forti da rendere difficile immaginare un futuro altrove. “Non li lascio, sono la mia vita”, dice, riferendosi ai suoi animali, mentre si prepara a tornare nello scantinato, temendo per la propria sicurezza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.