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Riforme: ora tocca al “Tribunale delle imprese”

Napoli – (di Bonaventura Franchino) Una nuova riforma, a costo zero, entra in vigore il 21 settembre; difatti, da allora sarà operativo il Tribunale delle imprese; previsto con il decreto legge sulle liberalizzazioni ( cfr d.l. 24.01.2012 n.1) è stato istituito al fine di dotare il nostro sistema giudiziario, in materie ad elevata sofisticazione tecnica, di una magistratura preparata e competente.

Vista sotto l’ottica dell’impresa, la modifica, con tutte le riserve che nascono da una riforma a costo zero senza alcun investimento in strutture, personale ed altro, può apparire rispondente ad esigenze nascenti da un mercato in continua evoluzione e quindi abbisognevole di risposte tecnicamente qualificate ed in tempi ragionevolmente brevi.

Difatti, basta solo pensare alla durata dei processi per scoraggiare le imprese a far ricorso alla giustizia ordinaria; quindi, un processo gestito da magistrati dotati di peculiare preparazione in materia e che possano giudicare in tempi rapidi può rappresentare una svolta importante nel settore della giustizia delle imprese e, quindi, scoraggiare chi intende adottare soluzioni diverse in conseguenza del cattivo funzionamento della giustizia consentendo di superare un rilevante gap in tema di competitività

Quindi, poter “dare giustizia” in tempi brevi e attraverso una magistratura con standing rilevante pptrebbe rappresentare davvero un segno di svolta in tema di civiltà del diritto e quindi al sistema della competitività delle imprese italiane.

Però, trattandosi di riforma a costo zero, è facile intuire come una simile riforma vada a detrimento degli altri settori della giustizia che vedranno, certamente, allontanare i tempi per ottenere giustizia e probabilmente con magistrati il cui standing certamente non sarà rispondente alle esigenze.

Questa discrasia fra i vari settori della giustizia di certo non fa onore ad uno stato civile e di diritto, ove ogni cittadino è uguale di fronte alla legge e ad ogni cittadino dovrebbe essere serbato l’identico trattamento.

Immaginare da un lato una giustizia che corre con alta specializzazione e da altri una giustizia lumaca, che di fatto nega ai cittadini il proprio responso, è indice di grave disequilibrio ed ingiustificata sperequazione nel trattare diritto che, diversamente dovrebbero assurgere all’identico ruolo e dignità.

Ma, purtroppo, di questi tempi, nel disperato tentativo di creare produttività senza investire alcunché, si perpetrano sempre gravi ingiustizie.

Questa riforma nasce dalle ceneri della fallimentare esperienza relativa alla istituzione di sezioni di Tribunale specializzate in materia di impresa.Con l’attuale normativa sono state istituite, presso i Tribunali e le Corti d’Appello di Bari,Bologna,Catania,Firenze,Genova Milano,Napoli,Palermo,Roma,Torino Trieste, Venezia, e Brescia sezioni specializzate in materia di impresa senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello stato.

La competenza attribuita alle citate sezioni è stata ampliata notevolmente; difatti saranno competenti a decidere in materia di : diritto di autore, normativa antitrust,rapporti societari, trasferimento di partecipazioni sociali, patti parasociali,azioni di responsabilità promosse da soci contro gli amministratori, sindaci e dirigenti preposti ai documenti contabili; contratti pubblici di appalto di lavori, di servizi o forniture di rilevanza comunitaria; intese,abuso di posizione dominante,operazioni di concentrazione; influenza dominante di un’altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali; coordinamento fra società; gruppo cooperativo paritetico.

Tutte le controversie sopra elencate debbono riguardare non solo, come previsto in precedenza, le S.p.A. e la società in accomandita per azioni, ma anche le s.r.l., le società cooperative e mutue assicuratrici  le società europee e le società cooperative europee, le stabili organizzazioni in Italia delle società costituite all’estero, ovvero le società che rispetto alle stesse esercitano o sono sottoposte a direzione e coordinamento.

Le norme processuali da seguire sono quelle tipiche del nostro processo ordinario di cognizione.

Al fine di tentare di dare respiro sotto un profilo economico alla normativa nella sua attuazione pratica, è stato disposta la quadruplicazione del contributo unificato, destinando il maggior gettito ad un fondo appositamente costituito.

L’augurio è che questa norma possa dare risposte concrete alle esigenze di giustizia in materia societaria senza arrecare detrimento agli altri settori della giustizia ugualmente meritevoli di ricevere risposte degne di uno stato civile e di diritto, ove ad ogni cittadino è riservata identica dignità e parità di trattamento.

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