Il terremoto e la Corte dei Conti, Napoli in pieno Blue Monday
NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – Un certo Cliff Arnald, dell’Università di Cardiff, secondo “esatti” calcoli matematici, nel 2000 fece sapere al mondo che il terzo lunedì di gennaio sarebbe stato il giorno più triste dell’anno.
Non c’è dubbio che per molti lo sia davvero stato, così come per altri sarà stato l’esatto opposto, perché ieri su Napoli si è abbattuto violentemente il Blue Monday. Dalle due scosse di terremoto della mattina, per fortuna ancora una volta senza danni, alla bocciatura del Piano di Riequilibrio pluriennale valutato inadeguato e, questo si, con conseguenti danni incalcolabili per la città.
E’ dal settembre 2011 che una strana serie di vicende si abbatte su Napoli. Perché forse sarebbe finalmente il caso di ammettere che tutta la Sinistra napoletana aveva deliberatamente scelto di perdere le elezioni per il Primo Cittadino, ben sapendo che né Morcone, né Pasquino avevano alcuna possibilità di vincere con Lettieri. Ma non avevano fatto i conti con la variabile impazzita. Una variabile che si è presa la città sulle spalle e piano piano da quel letamaio che era, l’ha riportata ad essere una città vagamente vivibile (il vagamente è d’obbligo a causa dello scarso senso civico dei napoletani). Dunque qualcuno si è accorto che Napoli è di nuovo una città da mangiare (così come Milano è da bere, s’intende) e sta stringendo il cerchio intorno ad un Sindaco che non ha un partito “politico” alle spalle e senza alcun appoggio ai piani alti dei “Palazzi”. Anzi, verrebbe da pensare l’esatto contrario. E così, mentre si riempie Roma di soldi per l’immondizia, mentre si riempie Milano di soldi per il Teatro alla Scala, Napoli, con il suo Sindaco, è costretta a farsi da sola il piano di smaltimento rifiuti dai costi impossibili (seppure di gran lunga inferiori a quelli dalle precedenti amministrazioni) e deve giocare a fare la guerra per non aderire alla legge Bray-Valore Cultura, legge che a dispetto del nome è invece il solito “taglio” ed alla quale il Teatro San Carlo non ha alcuna necessità di aderire.
Così mentre il Blue Monday si stringe intorno al maestro Claudio Abbado che ha finito la sua avventura qui sulla terra, si stringe anche su Napoli, che ora ha solo 30 giorni per convincere la Corte dei Conti a non commissariare il Comune. Ma qualcuno, invece, che al Blue Monday non crede, di certo sta già festeggiando…”amici miei…è quasi pronto da mangiare…intanto andate a lavare le mani…“.