Notizie dall'Italia e dal mondo

Economia

Fincantieri, a Castellammare continua la mobilitazione

Fincantieri, operai in sciopero

CASTELLAMMARE (di Giuliano Pennacchio) – Le proteste di questi giorni degli operai di Fincantieri e dei lavoratori dell’indotto contro il piano industriale presentato dall’amministratore delegato dei Cantieri, Giuseppe Bono, continueranno. E’ questo che si apprende tra i lavoratori stabiesi. Dopo l’occupazione della sede comunale, il blocco della statale e quello ferroviario, i lavoratori ed il sindacato intendono mantenere alta la mobilitazione, fino alla riscrittura dell’ipotesi presentata da Bono.

La proposta di Bono è definita dalle rappresentanze sindacali e dalle forze del centro sinistra una vera e propria macelleria sociale. Infatti, si vorrebbero chiudere i cantieri di Castellammare di Stabia e di Sestri Ponente e trasferire il cantiere di Riva Trigoso a Muggiano, con un taglio di oltre 2500 posti di lavoro. Il prezzo più alto verrebbe pagato dalla città di Castellammare che con la chiusura dei Cantieri vedrebbe compiuta, tragicamente, la deindustrializzazione del suo territorio. A questo ‘tragico’ esito non tutti si rassegnano. Il sindacato propone una via di uscita allo stato di crisi del comparto delle costruzioni navali, a partire dal rilancio del sito stabiese. Antonio Santorelli, della Fiom di Napoli è molto chiaro: ‘Noi lottiamo per un nuovo e grande bacino affinché il Cantiere venga dotato di strutture di rilancio; è una questione perentoria per le prospettive del Cantiere, sono più di dieci anni che se ne parla’.

Non solo protesta per la difesa dei posti di lavoro dei Cantieri ma anche proposte per il rilancio della cantieristica; i sindacati e le forze del centro-sinistra rivendicano investimenti pubblici, così come si sta facendo altri paesi europei. Il Governo, invece, prende tempo. Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, è stato molto netto sui tentennamenti del centro-destra:‘ il Ministro Romani, piuttosto che parlare, dovrebbe fare una cosa sola: obbligare Fincantieri a ritirare il piano presentato e fargliene presentare uno nuovo in cui vengano garantiti i livelli occupazionali e il futuro di tutte le unità produttive. Invece, Romani parla e aspetta che passino i ballottaggi per poi permettere a Fincantieri di tagliare sulla pelle dei lavoratori’.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.