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Editoriali

Dov’è l’Europa? Gli italiani chiedono risposte

di Domenico Franchino

Oggi, più che mai, è obbligatorio porsi il quesito sul significato e il vero senso di esistenza dell’Europa.

Gli episodi legati al coronavirus appalesano in modo inequivocabile che l’Europa non può più ritenersi unione di popoli, improntata a vincoli di fratellanza e mutua assistenza, ma è diventata una vera e propria consorteria, nel cui ambito vengono esaltati valori ben diversi e distanti da quelli fondanti.

E veniamo ai terribili giorni che stiamo vivendo.

In conseguenza della grave crisi, che sta vivendo il nostro paese, certamente non conseguente a problematiche di bilancio, ma alla pandemia da coronavirus, sono ben note a tutti le richieste formulate dal nostro paese ed il netto rifiuto di dover essere sottoposta al mes.

Analogamente, sono di dominio pubblico le posizioni espresse in Europa, che ancora non hanno consentito di adottare alcun provvedimento in linea alla posizione italiana, il tutto, nonostante le posizioni convergenti di Francia, Spagna ed altri paesi, con esclusione di Olanda, Germania, Ungheria e Lussemburgo

Chi si è eretto a paladino dei bilanci perfetti, della legalità e della intransigenza è stata l’Olanda, sventolando il totale rispetto delle norme comunitarie.

In sintonia con la posizione olandese alcuni articoli, pubblicati su quotidiani tedeschi, hanno manifestato disprezzo verso il nostro paese, riferendo che gli aiuti chiesti non sono altro che richieste per poter rispondere alle aspettative delle mafie italiane.

Questo episodio, di una gravità assoluta, è divenuto ancor più intollerabile in conseguenza del silenzio opposto dalle autorità tedesche.

Poiché riteniamo che l’Olanda, la Germania e gli altri paesi, che hanno manifestato opposizione alle richieste italiane, di certo non hanno legittimità per indossare i panni dei paladini, cerchiamo di meglio comprendere le loro rispettive posizioni.

Iniziamo dall’Olanda che ha assunto la posizione trainante nella attuale vicenda. Ebbene, da dossier realizzati da una diligence, a seguito della scelta della nuova sede dell’EMA ( cfr la sede doveva trasferirsi a seguito della brexit in altra capitale europea ), sì è appurato che in quella circostanza l’Italia candidò Milano, quale nuova sede, in quanto già dotata di strutture importantissime ben attrezzate idonee; l’olanda candidò Amsterdam, quale sua sede, presentando una location in base ad un semplice progetto di strutture a realizzarsi.

Poiché non si raggiunse l’unanimità, si votò, e le due città riscontrarono parità di voti, diguisa da dover effettuare una estrazione, della quale risultò vincente l’Olanda. All’indomani della sua designazione, poiché il progetto presentato (su cui si era basata la votazione) era irrealizzabile, venne prontamente presentato nuovo progetto, ben diverso da quello inziale.

Nei paesi in cui vige la civiltà del diritto doveva procedersi a nuova valutazione, ma si può ben dire che con una colorita espressione attribuita al linguaggio italico, l’Olanda ha “ fatto il pacco “ all’Italia.

A seguito di questi inspiegabili comportamenti, la diligenze, di cui sopra, ha potuto verificare che l’attuale primo ministro, il ferreo e tenace difensore dell’Olanda, ha un passato lavorativo molto interessante intercorso con varie multinazionali, passando dalla Shell alla Unilever alla Kraft.

Si riferisce anche di incontri con cadenza semestrale tra i governanti olandesi ed i rappresentanti delle multinazionali, nel cui ambito vengono discusse problematiche nazionali e di conti correnti bancari, accesi su banche olandesi e finalizzati al pagamento di politici olandesi.

Non si nasconde che  tutti i partiti di opposizione e buona parte della popolazione sono del tutto distanti dalla posizione assunta dal premier, Rutta; difatti, questi, dopo il primo incontro in sede comunitaria, ebbe a fare una repentina retromarcia, riferendo che avrebbe ascoltato il popolo;

dovere per tutti i membri ; il tutto rilevando che la Germania, avendo approfittato della solidarietà europea in tempi lontani, è tenuta a restituire l’aiuto ricevuto .

Certamente né lo scrivente né l’Italia possono interferire nelle vicende delle nazioni purtroppo, questa retromarcia è stata prontamente cancellata, probabilmente per timore di vedersi sconfitto alle prossime elezioni e forse anche per tutelare interessi diversi

E’ cosi evidente che l’Olanda opera a livello europeo solo ed esclusivamente al fine di tutelare interessi propri o delle multinazionali che vi operano e che ne dettano le strategie; difatti, è unanimemente ritenuta un paradiso fiscale( insieme al Lussemburgo) che trae notevoli benefici dalla fiscalità degli altri paesi della comunità, offrendo tassazioni più leggere, di guisa che anche molte aziende italiane hanno ivi le proprie sedi legali ( Cfr gruppo fininvest,  Fca , etc )

Della Germania, che ben avrebbe potuto prendere spunto dalla sua storia, ( nel  periodo post bellico fu dimezzato dall’Europa il suo debito; dopo la unione delle due germanie fu annullato il debito esistente nei confronti dell’Europa ) è inutile riferire, in quanto è così evidente che persegue unicamente interessi nazionali che nulla hanno a che vedere con l’Europa. Non si può nascondere che, anche in questo caso, buona parte della popolazione e dei partiti propendono per una difesa della posizione italiana.

Per quanto riguarda l’Ungheria ed il suo primo ministro Orban ( ex alleato ed estimatore leghista) si può desumere che , molto probabilmente, segue la posizione della Germania per difendere accordi economici che hanno consentito al suo paese di sottoscrivere contratti per la realizzazione di componenti della BMW

Ancora, è opportuno riferire che, dopo l’ultimo incontro in cui le posizioni di Olanda, Lussemburgo, Germania ed Ungheria sono state quelle oggetto di quanto riportato, è intervenuto il presidente della Repubblica federale tedesca, Stein Meier che, con parole sferzanti, ha definito il comportamento della Germania in sede comunitaria, vile, ritenendo la pandemia non uno stato di guerra, dove le nazioni si scontrano, ma un momento in cui la solidarietà con l’Europa è un, di cui sopra si è riferito, ma, di certo, si può pacificamente affermare che i capi degli stati citati non possono incidere sulle sorti dello stato italiano, né tantomeno della comunità europea, visto che la loro storia è assolutamente distante dai principi fondanti.

Ai fini della sopravvivenza dell’Europa, si ritiene doveroso il rispetto della parità di comportamenti e legislazione, in modo da evitare situazioni di palese speculazione da parte di alcuni stati su altri.

Diversamente non può che prendersi atto del fallimento della comunità europea e, quindi, agire di conseguenza, restringendo la comunità stessa a quegli stati che riconoscano, sia nelle dichiarazioni che nei fatti concreti, l’esistenza e validità dei valori fondanti, ritenendosi unione di popoli, il cui unico intento è quello di operare in comune al benessere dei propri cittadini.

Tali considerazioni nascono dalla constatazione che l’attuale situazione legittima a ritenere l’Europa, non come unione di popoli, ma una comunità il cui destino è nelle mani di alcuni paesi che pretendono di arrogarsi il diritto di decidere per tutti.

L’augurio è che, come bene ha dichiarato il presidente della Repubblica federale tedesca, i popoli che compongono l’Europa possano trarre spunto dall’attuale stato di difficoltà per ricompattarsi e rinsaldarsi nei valori di solidarietà ed unità che ebbero ad indurre i padri fondatori a stilare il manifesto di Ventotene e successivamente a costituire la comunità europea ispirandosi a principi di solidarietà e di comunione e non già di sopraffazione.

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