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Buon compleanno prof. Bellavista!

NAPOLI (di Anna Barbato) – Un oceano di spettatori ha assistito, lo scorso lunedì 10 febbraio, al cinema Martos-Metropolitan, alla speciale proiezione di “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo, a trent’anni di stanza dalla prima uscita in sala. Sono stati, infatti, più di 1600 gli spettatori che hanno inviato la loro prenotazione all’evento, costringendo i bravissimi organizzatori della serata a proiettare il film in ben tre sale contemporaneamente, nonché a prevedere anche un secondo spettacolo.

Così parlò bellavistaAlla serata erano presenti anche alcuni protagonisti del film: oltre al deus ex-machina De Crescenzo, tra gli altri, Benedetto Casillo e Marina Confalone, star dell’indimenticabile sketch della lavastoviglie.

Una serata unica, in cui il pubblico, pur mostrando di conoscere a memoria tutte le battute del film, rideva come se le stesse ascoltando per la prima volta. Risate collettive, che si sono interrotte soltanto quando sullo schermo è comparso il bravissimo Nunzio Gallo nel ruolo di un “esattore della camorra”, cinico e minaccioso, che il professor Bellavista non ha paura di affrontare, ovviamente facendo ricorso solo alle sue straordinarie doti oratorie, ricordando al proprio interlocutore che cosa significhi “essere un vero napoletano”.

Un film che, seppure ci mostra una Napoli per alcuni aspetti diversa da quella attuale (all’epoca si era ben lontani dall’idea di un Lungomare “liberato”), tuttavia oggi si presenta incredibilmente attuale, soprattutto per essere riuscito, come pochi altri film dedicati a Napoli, a cogliere e rappresentare atteggiamenti, modi di dire, luoghi comuni insiti nella natura del popolo partenopeo. Il padre borghese che, di fronte alla notizia della figlia incinta, immediatamente pensa a chi è il padre e, soprattutto, “che cosa fa”, ma poi alla fine si sistema sempre tutto per il bene del bambino. Poi c’è quella cieca fiducia nel gioco del lotto, per il quale ci si diverte a interpretare sogni, senza badare a spese. O, ancora, quella incomprensibile convinzione secondo cui l’ultimo arrivato in un condominio è sempre un pò “strano”, soprattutto se del Nord. Oppure quel sottile piacere di raccontare e di ascoltare una stessa storia decine di volte, sotto lo sguardo attento di un pubblico curioso. Si potrebbe continuare all’infinito. Io mi fermo qui e concludo con un “Buon compleanno, prof. Bellavista”!

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