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Playoff Nba: Curry all’Overtime, Portland Ko

NBA (di Raffaele Caiffa) – In Gara 4 Portland ci ha creduto, fino all’overtime, Trail Blazers si sono dovuti arrendere, però, ai Warriors e ad un ritrovato Steph Curry che reduce da 2 settimane di stop per un infortunio al ginocchio, entra a partita in corso e mette a referto 40 punti dalla panchina. Finisce 125-132 con Golden State che sale 3-1 nella serie e che in casa avrà la chance di approdare in finale di Conference.
Stoica la resistenza di Lillard & McCollum, rispettivamente 36 e 24 punti, ma tutto diventa più difficile, quasi impossibile, se dall’altra parte hai il 30 dei Warriors: 16-32 con 5-16 da 3 e delle statistiche non eccelse abituati alle performance stratosferiche del miglior tiratore della storia dell’NBA, ma è bastato per raggiungere l’ overtime partendo dai 16 punti di svantaggio del primo quarto.

curryLA PARTITA inizia senza Steph Curry, la franchigia di Oakland è dotata di ottimi elementi nel proprio organico (non a caso i Warriors sono riusciti a battere il record di 72 vittorie dei Chicago Bulls del ’95/’96) ma parte decisamente a rilento: sono solo 2 i punti messi a referto nei primi 6 minuti di gioco a dispetto dei 16 di Portland che vola a +16. Coach Kerr decide di buttare nella mischia Curry, sperando di concedergli 25-30 minuti per ritrovare il ritmo gara dopo aver disputato l’ultima partita contro Houston 2 settimane prima.

L’MVP della regular season (oggi l’ufficialità) inizia a danzare sul parquet creando gioco ed allagrando gli spazi ma la precisione risente dell’assenza dal campo ed i tiri non entrano con grande felicità del Moda Center. Lillard conduce i suoi 21-5 nonostante uno scarso feeling con il canestro. Nel secondo quarto i Trail Blazers riescono a tenere a distanza gli avversari con Livingston che si fa espellere prima del rientro negli spogliatoi a causa delle plateali proteste per un fallo non fischiato.
I campioni in carica ripartono dal 67-57 di fine primo tempo, Kerr è costretto ad aumentare il minutaggio di Steph Curry (che nei primi 3 quarti tirerà con 6/18 dal campo, 0/9 da 3 per 13 punti totali) ma la reazione arriva proprio nel terzo periodo, quando Golden State, capeggiata dai 12 punti di Thompson (23 punti con 7/18 e 5/10 da 3 a fine match) e Draymond Green (21 punti con 5/9 2/3 da 3, 9 rimbalzi, 4 palle recuperate e 7 stoppate a fine gara), portano in vantaggio i Warriors.

In difesa Green tiene i Blazers a 8/22 con Lillard e McCollum che faticano a trovare la via del canestro, il sorpasso avviene sul 78-79 ed il terzo quarto si chiude 85-86.
Curry sigla il 92-87 ma Portland non demorde, si fa sotto e si porta 107-103 a 2 minuti dal termine. I ritmi sono altissimi, Curry creando l’assist per Barnes che segna il 111-111, l’MVP ha l’opportunità di chiuderla ma si va ai supplementari e da lì le cose cambieranno.

SUPPLEMENTARI con un unico padrone: il 30 dei Warriors. Curry ritrova fiducia, scompaiono le incertezze del tiro, prende ritmo e non sbaglierà più: 12 punti consecutivi, 17 punti nel supplementare (nessuno prima di lui nella storia NBA aveva segnato così tanti punti in un supplementare per) per quella che torna ad essere la macchina balistica più letale di sempre. .Lillard & McCollum provano a rispondere a tono ma non c’è paragone, Portland è KO, serie sul 3-1 ed appuntamento mercoledì sera alla Oracle Arena.

I NUMERI: Encomiabile lo sforzo dei Blazers che hanno tenuto testa e a tratti dominato la partita prima che Golden State si ricompattasse: i Big Three sono praticamente impossibili da fermare quando la squadra entra in ritmo e il tiro dall’arco sarà un opzione che vedremo sempre di più in questi PlayOffs (Cavaliers docet).
Curry sbaglia 10 triple consecutive e poi smentisce tutti e facendo capire che la canotta con il n.30 è indossata da un alieno mette a segno 5 degli ultimi 6 tiri dalla lunga distanza. Una differenza siderale fra i primi 3 quarti: 6/18 dal campo, 0/9 da 3 e 13 punti ed il quarto periodo e i supplementari dove i punti sono stati 27 con un 10/14 dal campo condendo il tutto con 9 rimbalzi e 8 assist in 36 minuti.
Lillard sigla 36 punti e 10 assist ma è il 9/30 (5-18 da 3) dello 0 dei Blazers che pesa negli equilibri del match, McCollum chiude con 24 punti ed un discreto 9/23 se si pensa anche al 4/9 da 3, merito anche di Green che sta dimostrando tutto il suo strapotere fisico in questa serie. Preziosi gli 11 punti di Speights che commette qualche ingenuità in difesa per colpire con 3/3 dall’arco, una sentenza. In una serata dove le percentuali al tiro non sono state certo impeccabili, esaltanti prestazioni soprattutto a rimbalzo per Plumlee e Aminu rispettivamente con 12 punti e 15 rimbalzi e 18 punti e 13 rimbalzi.
Golden State ha ricordato, se ce ne fosse bisogno, che quando il quintetto di Kerr inizia a giocare, è difficile per chiunque tenere il passo.

L’UOMO DEL MATCH è partito dalla panchina con pochi minuti nelle gambe dopo 2 settimane di stop e un infortunio che rischiava seriamente di compromettere la presenza dei Warriors alle Finals con questi Blazers ed una pretendente di livello come S.Antonio e OKC. I 17 punti di Curry nel supplementare sono un record assoluto. Il “problema” per chi lo ha contro è che Curry non si limita a tirare molto bene, il problema è che Steph trova gli spazi giusti anche in transizione, recupera palle, inventa assist, gestisce il gioco, sta riscrivendo le regole di tiro dalla lunga distanza, come lui nessuno prima.

Andiamo oltre al “rilascio più veloce della storia dell’nba” o il record di triple in stagione regolare o il record assoluto di triple consecutive o il fatto che in alcuni match tiri con il 65% da 3 o che spesso centri il canestro anche da metà campo, questo ragazzo atterrisce gli avversari che sanno di non poter nulla, in campo danza, confeziona assist incredibili ed ha un controllo della sfera fantastico. L’MVP è tornato.

Raffaele Caiffa

cell. 339 3103590

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