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Urne inquinate, le accuse del Pd “Voti comprati a Secondigliano”

Il candidato del Pd Morcone

NAPOLI (di R.Fuccillo e O. Lucarelli) – «Qui a Secondigliano la gente ha paura di dire in strada che vota Pd. In via del Cassano militanti del centrodestra stanno fotocopiando i certificati elettorali per poi contare le preferenze nei seggi. In cambio offrono soldi, olio, pacchi di pasta, uova di cioccolato». Pasquale Esposito, trent’anni, capolista del Pd nella settima municipalità (che comprende anche Miano e San Pietro a Patierno), parla nella sezione del Partito democratico di corso Secondigliano durante un’iniziativa sulla legalità. Attorno a lui il candidato sindaco del centrosinistra Mario Morcone, i dirigenti Pd Andrea Orlando e Enzo Amendola, i componenti dell’antimafia Teresa Armato, Luisa Bossa e Salvatore Piccolo, l’eurodeputato Andrea Cozzolino, che in quella sezione fece il pieno nelle primarie di gennaio, altri dirigenti e tanti iscritti.

Morcone ascolta, prende appunti e annuncia: «Siamo venuti qui dopo gli omicidi del rione Berlingieri e qui chiuderemo la campagna elettorale, il 13 maggio, assieme a Dario Franceschini nel rione dei Fiori». Una roccaforte del clan Di Lauro. E il commissario Andrea Orlando incalza: «C’è il rischio che questa tornata elettorale possa sdoganare certi poteri criminali portandoli con la destra al governo di Napoli come è già avvenuto in altre zone del sud. Perciò la città ha bisogno di un sindaco coraggioso come Mario Morcone». Un allarme «voto inquinato» sottolineato anche dal segretario regionale Enzo Amendola «a partire dalle fotocopie dei certificati elettorali».

Morcone ringrazia, la base annuncia che lo voterà compatta e lui rilancia: «Mi dispiace per il sindaco Iervolino, ma sulla vicenda rifiuti sono d’accordo con il cardinale Sepe che parla di vergogna. Napoli non può restare in queste condizioni».

Intanto la saga delle liste inquinate si arricchisce di un altro episodio. Al centro Roberto Conte, l’ex consigliere regionale in procinto di rientrare in aula essendo scaduto il periodo di sospensione dovuto alla sua condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Conte rientrerà per la sua lista “Alleanza di popolo” proprio nel momento in cui il leader di questa formazione, Nicola Turco, ne chiede addirittura alla Corte d’appello la decadenza avendo scoperto che le firme dei candidati presentati un anno fa nella circoscrizione di Napoli erano false. Vicenda paradossale. Con Turco che denuncia come «i candidati hanno firmato e autenticato tutti il 4 gennaio 2010, mentre il mio partito è nato il 10 febbraio, con simbolo e registrazione». Vicenda emersa durante una causa che vede Turco denunciato da Fortunato Sommella, leader del partito dei Pensionati che oggi è di nuovo in corsa con la lista “Insieme” nel centrodestra al fianco di Lettieri. (Repubblica)

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