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Stop a stipendi da 3,96 euro all’ora: arriva la sentenza

di Tiziana Pagano

Il 30 marzo, il tribunale di Milano, ha sentenziato che, pagare un lavoratore 3,96 euro all’ora, va contro l’articolo 36 della Costituzione Italiana, che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Tutto è partito dalla causa impugnata da una lavoratrice contro la sua azienda, una società di vigilanza di Padova. La donna percepiva uno stipendio netto mensile di 640 euro al mese e riusciva ad avvicinarsi alla soglia dei mille euro al mese solo con decine di ore di straordinari.

Il suo stipendio è da considerarsi sotto la soglia di povertà e inferiore al reddito di cittadinanza. Per questo, il tribunale ha condannato la società a pagare un risarcimento di 372 euro al mese per un totale di 6.700 euro.

La paga ricevuta dalla dipendente è stabilita da un contratto collettivo nazionale del lavoro, sottoscritto da due sigle sindacali – CGIL e CISL – che non viene però rinnovato da almeno otto anni.

La sentenza, ha quindi dichiarato nulli gli articoli del suddetto contratto, creando un importante precedente.

Il tema del lavoro, in Italia, resta spinoso. Da un lato, ci sono gli imprenditori che lamentano un elevato costo del lavoro dovuto alle esose tasse da pagare; dall’altro, chi lavora, spesso non riesce comunque a vivere una vita dignitosa a causa delle paghe al limite della decenza. Per non parlare delle tipologie di contratto che sono sempre meno a tempo indeterminato e che non consentono alle persone di programmare serenamente il proprio futuro.

Occorre attenzione da parte della politica in un tema spinoso quanto fondamentale per la nostra società.

Tiziana Pagano

Tiziana Pagano nata a Napoli il 13/09/1988 Pass: tizianapagano

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