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Stabiae: dal buio alla luce

NAPOLI (di Flavia Di Lena) – Prende il via la mostra organizzata dal Comune di Castellammare di Stabia in collaborazione con la Soprintedenza per i Beni Archeologici di Pompei, in cui 40 degli 8000 reperti archeologici sepolti dal ‘97 nell’oblio del magazzino dell’Antiquarium stabiano, rivedono finalmente la luce.

StabiaeAffreschi, utensili domestici ed il famoso carro romano, esemplare unico nel suo genere, trovano così una nuova collocazione nel Palazzo Reale di Quisisana, degna cornice per questi tesori provenienti dalle ville romane Arianna e S Marco dell’ager stabianus, che hanno riscosso successo internazionale nelle recenti mostre all’Hermitage di S. Pietroburgo, a Londra e negli Usa.
Ma l’inaugurazione della mostra è anche l’occasione per presentare un progetto ambizioso che iscrive Stabiae nel circuito comprendente le città di Pompei, Ercolano ed Oplonti per l’immissione, in un unico sito che va dal parco nazionale del Vesuvio fino alla Reggia di Quisisana, dell’area tra i patrimoni dell’Unesco. Intervengono Massimo Osanna, Sovrintendete dell’area archeologica di Pompei e Adele Lagi, dell’ufficio Patrimonio mondiale dell’Unesco del MIBACT:

“Iscrivere un sito nel patrimonio dell’Unesco significa destinarlo all’umanità.”
E’ un’opportunità, questa, per Castellammare, di poter dare nuova vita all’area archeologica, che, nella collina di Varano, custodisce la testimonianza di un passato glorioso, quello di Stabiae, fissato nel tempo dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ma anche una responsabilità che richiede l’intervento degli enti locali per la creazione di infrastrutture adeguate alla conservazione e la gestione non solo del patrimonio artistico culturale, ma anche della cornice naturale in cui questi reperti riposano, perché ciò che garantirà l’entrata tra i siti dell’Unesco sarà proprio la capacità di garantire un rapporto continuativo tra i siti ed il paesaggio ai fini di una corretta valorizzazione del bene e ciò richiederà l’impegno e la collaborazione della cittadinanza. La mostra, visitabile fino al 30 settembre, è quindi un primo passo verso la riqualificazione della città, verso una strada che dal buio, porta alla luce.

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