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Cronaca

Spending review all’Ales, dipendenti in rivolta

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo – Il Mattino) – La spending review si applicherà anche ai lavoratori dell’Ales, la società che si occupa di servizi turistici e di beni culturali. I tagli previsti riguardano il 20% dei dirigenti e il 10% del personale addetto ai servizi.

Palazzo realeI sindacati chiedono un incontro urgente con il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray in quanto, in previsione di nuove assunzioni, il taglio andrebbe a toccare la fascia di precari, ormai anziani, che da 15 anni lottano per una stabilizzazione dignitosa. «Non abbiamo compreso – sostiene Peppe Pinto della Uiltucs – il motivo per il quale si debba applicare la spending review all’Ales che è una società per azioni e a cui si applica il contratto di lavoro di tipo privatistico; il ministro deve riceverci a Roma e darci spiegazioni, altrimenti dichiareremo lo stato di agitazione». I sindacati definiscono una «crisi d’identità» quella dei lavoratori, in quanto «si applica un trattamento diverso a seconda della convenienza aziendale», e chiedono: «Ci spieghino se siamo lavoratori della pubblica amministrazione o dipendenti di società private». «Restano aperte le vecchie vertenze con il ministero – sottolinea Pinto – perché non ci vengono ancora garantiti i premi di produttività e riduzione del ticket sui quali pensavamo aver trovato una soluzione». I lavoratori rivendicano ancora una volta la necessità di costruire un progetto ministeriale che dia le garanzie essenziali alla continuità lavorativa in quanto «non ci sono risposte certe sulle questioni legate ai diritti ed al lavoro che continua a restare precario», dicono. «Non siamo un esercito di riserva», si legge nel comunicato – le attività che i lavoratori dell’Ales svolgono all’interno delle strutture del ministero «sono di rilevante importanza e di sostegno all’incremento turistico», continua la nota. I sindacati chiedono un piano di concertazione attorno ad un tavolo: «Si prospettano nuove assunzioni ma è necessario discuterne; ci reputano stabilizzati da una parte, mentre per quelli che sono i nostri stipendi, restiamo sempre e comunque precari». Dal 2000 i dipendenti dell’Ales percepiscono lo stesso stipendio. Ricordiamo che i lavoratori che si occupano di beni culturali in Italia sono 580 e il 50 per cento di questi appartengono alla regione Campania. «C’è bisogno che si pensi ad investire nel turismo – conclude Pinto – il ministro ci dia delle garanzie». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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