Notizie dall'Italia e dal mondo

Cronaca

Sfuma il cenone di capodanno per il “boss” Angelo Marino

NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – La mattina del 30 dicembre alle 5 e 30 in un villino a Castelvolturno, provincia di Caserta, è stato arrestato Angelo Marino, ritenuto boss del clan omonimo. L’uomo, latitante dal mese di luglio, era stato raggiunto da un ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di duplice omicidio e di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Il Boss Angelo Marino
Il boss Angelo Marino

Nella sua storia il clan Marino era dapprima unito al clan Di Lauro, poi al fianco degli scissionisti, i capi rivoltosi, nella guerra di camorra che nel 2004 mise a ferro e fuoco il quartiere di Secondigliano, per tornare nuovamente tra le braccia dei Di Lauro ormai decimati, nel 2012.

Ovviamente le manifestazioni di giubilo della classe politica e delle forze dell’ordine sono d’obbligo, così come è evidente che ci sia un forte impegno sempre e comunque nel combattere la criminalità organizzata da parte di tutta la società civile. O quasi.

“O quasi” è d’obbligo purtroppo, perchè non si capisce come possa un “boss”, nella miglior tradizione camorristica, pensare di restare a due passi da casa sapendo di essere un latitante. Tant’è che Angelo Marino, pur essendo ritenuto tra i 100 latitanti più pericolosi, aveva deciso di trascorrere il capodanno con la sua famiglia in un villino in quel di Castelvolturno. E magari s’era fatto pure Natale con tanto di regalini sotto l’albero.

Non è importante che sia tra i primi 100 latitanti più pericolosi, perchè potrebbe essere anche al millesimo posto, o all’ultimo, quello che è importante e davvero avvilente, è la “quasi” certezza dell’impunità.  Quest’uomo sa di essere latitante, ricercato, e che fa? Resta a casa, o lì vicino…ma cos’è?… Una sfida? …il gioco di “guardie e ladri”?. Purtroppo nulla di tutto questo. E’ esattamente quello che continua ad essere dall’inizio dei tempi. Una storia di connivenza tra i clan camorristici che garantiscono sangue e pane, parte della società civile che prende quel pane, alle volte rimettendoci un po’ di sangue (ma cosa vuoi che sia…) e parte della società politica, che spesso e volentieri prende entrambi: sangue e pane.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.