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Cronaca

Se Renzi non va a Scampia, Scampia va da Renzi

NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – Al grido di “Se Renzi non va a Scampia, Scampia va da Renzi” il Comitato Vele di Scampia, accompagnato da alcune associazioni, si è unita alla delegazione del Comune di Napoli, Sindaco de Magistris in testa, con gli assessori Piscopo e Fucito, ricevuta ieri dall’Ufficio del Sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per mettere sul tavolo la questione ormai annosa delle “vele” di Scampia ed emergenza alloggi. Argomenti centrali per gettare le basi di una seria riqualificazione di tutto il quartiere.

Vele a Scampia
Vele a Scampia

Dopo aver disatteso il patto siglato il 14 agosto 2014, con il Sindaco e con tutta la città di Napoli, con il quale il governo si impegnava ad intervenire su Bagnoli e su Scampia, nulla più si è mosso dal Palazzo di Piazza Montecitorio, se non un decreto, lo SbloccaItalia, che prevede il commissariamento dell’area di Bagnoli, senza alcun accenno a Scampia.

Il Sindaco Luigi de Magistris, durante l’incontro, ha ancora una volta ribadito l’importanza dell’abbattimento delle vele e l’urgenza di un piano alternativo per l’emergenza alloggi, sollecitando tavoli di discussione per i quali, si auspica, possano essere coinvolti anche i comitati di quartiere e associazioni.
Le Vele, nate a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 da un progetto visionario dell’architetto Francesco Di Salvo, sono ridotti ormai alla fatiscenza. Teatri notturni (e non solo) di scorribande in terra di nessuno, offrono uno scenario di desolazione e abbandono cui è necessario, oltre ché urgente, dare una risposta.

Un bel colpo d’occhio, invece, quello di Piazza Montecitorio ieri. Riempita dai cittadini napoletani si è trasformato in un luogo di aggregazione, una scenografia a metà tra il carnevale e l’impegno civile. E difatti proprio il carnevale di Scampia, che di solito sfila per i viali tra le “vele”, con balli, canti e improvvisazioni, ha colorato ieri il salotto di Roma. Cittadini napoletani, dunque, e il loro Sindaco. L’uno a sostegno degli altri.

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