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Quel Pasticciaccio Brutto de Corso Vittorio Emanuele!

NAPOLI (di Nicola Brattoli) –  E’ stata una disfatta per l’inter, che viene umiliata per 4-0 dalla Roma. È una Caporetto per i colori neroazzurri, una sconfitta senza se e senza ma, netta, dolorosa, senza orgoglio. Anzi, gli interisti fanno di tutto per porre anche l’altra guancia, dalle scelte no-sense di Ranieri che sul 2-0 toglie Pazzini ed inserisce il quinto centrocampista, “perché soffrivamo l’uomo in meno a centrocampo”, e nell’arco di 90’ si affaccia dalle parti di Stekelemburg soltanto una volta, con un azione solitaria di Milito. La Roma ha dominato in lungo ed in largo, ed è sembrata troppo bella per esser vera, dopo la cattiva prestazione di Cagliari. La partita si è sbloccata all’11 con il colpo di testa di Juan da calcio d’angolo, poi il raddoppio di Borini al 40’. Il secondo tempo è stata una lunga agonia per i tifosi neroazzurri, e una goduria per quelli giallorossi con la terza rete di Borini,alla prima doppieta personale,  e nei minuti finali la bella rete di Bojan, complice una difesa interista imbambolata.

Concause: “Quel Pasticciaccio brutto de Corso Vittorio Emanuele” è un rifacimento del titolo del romanzo di Carlo Emilio Gadda, per chi non lo sapesse è il luogo dove ha sede la società dell’inter a Milano. Anche in questa partita ci sono delle “concause”  per un 4-0 che fa male ben oltre il risultato.  La difesa, tanto elogiata nelle sette vittorie consecutive, è ritornata ad essere un colabrodo; ma se solitamente si cerca un colpevole, come Ranocchia col Palermo, stavolta ha l’intera squadra nel mirino. Se Ranieri schiera un centrocampo come schermo protettivo per le avanzate giallorosse, con Zanetti, Cambiasso, Obi e Palombo, ci si chiede chi tra loro sia capace di supportare le punte, che anche stavolta hanno sofferto di solitudine nel gelo del pomeriggio romano. Sotto accusa quindi ci va il tecnico per le  scelte sbagliate e per cambi suicidi e arrendevoli. Nel groviglio neroblù il peso maggiore ricade però sempre su coloro che dall’alto hanno plasmato, col calciomercato, questo gruppo di calciatori. Il Presidente Moratti ha chiuso il rubinetto degli investimenti per rientrare nei parametri decisi da Platini del Fair Play finanziario, e le conseguenze si vedono tutte. E come nel romanzo di Gadda, che si conclude in un finale irrisolto in quanto non si conosce il colpevole dell’omicidio di Via Merulana, anche nel Pasticciaccio neroazzurro non si comprendono progetti e intenzioni di una società che, dalla vittoria del Triplete, ha perso il bandolo della matassa e fatica affannosamente a ritrovarlo.

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