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CronacaEconomia

Protocollo d’intesa tra lavoratori e cobas imprese

NAPOLI (di Giuliano Pennacchio) – Prove d’intesa tra la Confederazione COBAS e COBAS IMPRESE nel dibattito che si è svolto allo Spazio NEA di Piazza Bellini, coordinato dal giornalista Attilio Iannuzzo e che ha visto la partecipazione di Piero Bernocchi, Portavoce nazionale della Confederazione COBAS e di Giuseppe Graziani Presidente di COBAS IMPRESE.

(da sinistra) Piero Bernocchi, Attilio Iannuzzo, Giuseppe Graziani
(da sinistra) Piero Bernocchi, Attilio Iannuzzo, Giuseppe Graziani

‘La crisi economica è drammatica e mette sotto gli occhi di tutti un Paese in ginocchio, con il 13% di disoccupazione e una mortalità altissima di piccole imprese. Il governo Renzi promette molte cose, ma intanto non s’intravede nessun rilancio dell’economia’, esordisce Iannuzzo nell’avviare la discussione. Il pubblico composto da insegnanti, piccoli imprenditori, artigiani, lavoratori dipendenti si sente molto accomunato dagli effetti della crisi economica. ‘Non si avvertano più le differenze, spesso create artificiosamente tra lavoratori autonomi e quelli dipendenti’ dichiara Giuseppe Graziani di COBAS IMPRESE.
Le piccole imprese hanno un’imposizione fiscale del 68% , i piccoli imprenditori sono in una condizione di estrema crisi, perché super tassati e per niente tutelati. Le stesse organizzazioni di categoria ( Confcommercio, etc.) sono riuscite a trasformarsi in nuova burocrazia, senza nessuna politica di promozione per le piccole imprese; da questo scollamento con i propri associati e da una necessità di rinnovamento sono nati circa un anno e mezzo fa i COBAS IMPRESE.
Per queste ragioni le barriere tra lavoro dipendente e lavoro autonomo sono sempre più sottili. Non sempre l’attività statale riesce a dare un servizio pubblico, mentre molto spesso lavoro privato può sopperire a un bisogno pubblico. Ne è convinto Piero Bernocchi, Portavoce nazionale della Confederazione COBAS. Tanto più che nel nostro Paese solo la grande industria ha usufruito di finanziamenti a pioggia, mentre la piccola impresa non è stata mai valorizzata. In questo senso il governo Renzi non sembra di discostarsi dalle politiche dei governi precedenti: la ricetta è sempre uguale e consiste nell’aumento della precarietà del lavoro, nella subalternità al potere finanziario e agli interessi dei tecnocrati europei.
Da Napoli nasce la speranza che anacronistiche contrapposizioni tra lavoro autonomo e lavoro dipendente cadano; piccole imprese e lavoratori si ritrovino dalla stessa parte per uscire dalla crisi.

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