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Premio Napoli, Amos Oz : “Non sostengo le occupazioni compiute da Israele”

Amos Oz

NAPOLI (di Daniele Pallotta) –  Lo scrittore israeliano Amos Oz e la scrittrice Benedetta Tobagi hanno vinto il Premio Napoli rispettivamente per la sezione Letterature Straniere con il libro Scene dalla vita di un villaggio per la sezione Letteratura Italiana con il libro Come mi batte forte il tuo cuore. La premiazione è avvenuta presso il Museo Hermann Nitsch, in vico lungo Pontecorvo. Durante il dibattito alcune persone, dichiaratesi appartenti a comitati per la liberazione della Palestina, hanno accusato Oz, il cui vero nome è Amos Klausner, di essere un sostenitore della politica israeliana, in relazione alle occupazioni, ai rastrellamenti e bombardamenti compiuti dall’esercito israeliano; in particolare Oz è stato contestato per il suo, presunto, appoggio alla guerra il Libano. Sono stati criticati per le stesse ragioni gli scrittori israeliani David Grossman e Abraham Yehoshua.
La replica di Amos Oz. “Da quarant’anni condanno le occupazioni militari compiute dall’esercito di Israele, non le ho mai sostenute. Io ed i miei colleghi scrittori israeliani durante una conferenza abbiamo chiarito la nostra posizione sulla guerra in Libano. Abbiamo dichiarato di giustificare solo forme di autodifesa da parte di Israele, non forme di occupazione. Tuttavia io non posso ritenere giusti i razzi inviati dai terroristi palestinesi contro il territorio israeliano, perché credo siano indirizzati contro tutti i cittadini israeliani. E’ un grave sbaglio vedere il mondo in bianco e nero, vedere da una parte i buoni dall’altra i cattivi: questo porta al fanatismo. Il dramma del conflitto israelo palestinese è che entrambe le parti hanno ragione. Ma ho una buona notizia: in Israele e Palestina la maggior parte delle persone è pronta ad accettare un compromesso, anche se doloroso, sulla creazione di due liberi stati”.
Uno studente propone di assegnare per equità un premio anche ad uno scrittore palestinese: “I premi si danno alle persone, non ai Paesi” – commenta Oz.
La curiosità. Nonostante i ripetuti interventi dei contestatori Oz è riuscito a parlare del suo lavoro: “Scene di vita da un villaggio nasce da un sogno che ho fatto, in cui ero solo in un villaggio deserto, senza persone, animali, suoni. Tutte le finestre e le porte erano chiuse. Vedevo solo ombre. Al risveglio sapevo di avere dentro l’idea di un romanzo.” Oz spiega di amare guardare le persone e provare ad immaginare le loro vite. Dice di essere una persona curiosa, di ritenere la curiosità un valore morale, perché porta ad interessarsi dell’altro “penso addirittura che una persona curiosa sia un amante migliore di una persona non curiosa” dice sorridendo.
Il bisogno umano di storie. Secondo Oz ogni essere umano ha bisogno di ascoltare e raccontare storie . “La sessualità dell’essere umano è differente da quella animale proprio perché racchiude in sé delle storie”
La famiglia. “penso che la famiglia sia una delle istituzioni più misteriose della storia dell’uomo. Io credo che la maggior parte delle persone non sia monogama, e che poche coppie siano felici dopo decenni di relazione. Da secoli si profetizza che la famiglia scomparirà, ma i profeti sono scomparsi e la famiglia è ancora là”
La ricerca. I miei scritti non nascono con l’intento di lanciare messaggi politici. Io cerco di conoscere la condizione dell’uomo. Siamo tutti alla ricerca di qualcosa che abbiamo perso ma non sappiamo che cos’è.”

BENEDETTA TOBAGI ha ricordato il lavoro di suo padre Walter Tobagi, ucciso nel 1980 da terroristi di estrema sinistra quando lei aveva tre anni; “un giornalista che cercava di comprendere l’umanità delle persone che conosceva. Mio padre – racconta Benedetta – voleva comprendere le ragioni che spingevano i terroristi ad agire. Ed è stato ucciso da ragazzi che erano staccati dalla realtà, perché una rivoluzione di quel genere in Italia non era possibile. E’ stato difficile vivere con una madre che non voleva ricordare, mentre io avevo bisogno di conoscere mio padre. Ed è stato difficile vivere in un Paese in cui lo stragismo nero, quello di Stato, aveva portato parte della popolazione a sostenere le ragioni del terrorismo di sinistra. Fino a quando la società non riconosce il tuo lutto la ferita non cicatrizza”.

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