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Cultura

“’O Vascio”, immagini e parole della Napoli vista dal basso

NAPOLI (di Chiara Minieri) – Il libro di Concetta Celotto e Sergio Siano, ‘ O’ Vascio’, edizioni Intra Moenia, si propone come una novità sul mercato dell’editoria: come si intuisce dal titolo è un libro su Napoli, e in particolare su un simbolo di Napoli dalle mille sfaccettature, protagonista di miti e storie antiche e moderne: “insieme all’editore ci siamo resi conto che mancava un libro sui bassi, le abitazioni che costellano le strade nel cuore della nostra città e che simboleggiano tante realtà messe insieme. Spesso si è portati a credere che siano un fenomeno tipicamente napoletano, ma non è così. Il basso, in dialetto o’ vascio, appunto, rappresenta un segno di partenza molto interessante per un’indagine sociologica, storica e antropologica ad ampio raggio”. Parole dell’autrice che, insieme al fotografo Sergio Siano, ha dato vita ad un progetto che scandaglia sotto forma di reportage i vicoli più oscuri di Napoli, molte volte additati come periferia nel pieno centro della città. Alla domanda sul perché si sia interessata proprio ai bassi, la Celotto risponde   “sono molti i miti da sfatare: ho intervistato numerosi abitanti dei bassi, e una parte considerevole di essi non ha la minima intenzione di lasciare la propria casa, le proprie abitudini. Specialmente le donne più anziane, che magari vivono da sole, amano lasciare la porta aperta ai passanti, intrattenersi con loro e parlare. Ma non solo: oggi i bassi rappresentano un’occasione di lucro non indifferente per chi li fitta agli extracomunitari, che spesso vivono in tanti in spazi molto angusti. Ancora, vi abitano studenti, giovani coppie e famiglie: sono le nuove generazioni a vivere il basso come una condizione più disagiata.”  La questione rivela molteplici possibilità di approccio, come conferma Pietro Treccagnoli, giornalista de “Il Mattino”: “ la dicitura ‘o vascio ha innegabilmente un’accezione negativa: non si può ignorare che il basso ha da sempre simboleggiato il degrado sociale, la povertà. Del resto la storia dei bassi è molto antica: nel libro della Celotto le indagini partono dall’800 ma in realtà si hanno testimonianze di terranei abitati già a partire dal ‘600. Dal punto di vista sociale e urbanistico essi costituiscono un problema importante, con cui la città si è spesso confrontata ma che non ha mai visto una reale soluzione, anche perché il fenomeno è vivo e quindi in costante mutamento”. Storia, indagine giornalistica e fotografie che riportano con fedeltà una realtà forte che non può essere ignorata, per un libro di sicuro interesse.

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