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Cronaca

Nuovi atti da Milano ‘Perquisire casa premier’

ROMA – “Oggi alle 13.33 è pervenuta alla presidenza della Camera da parte della Procura della Repubblica di Milano ulteriore documentazione integrativa di quella già inviata il 14 gennaio scosto in relazione alla domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti dell’on. Berlusconi”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Camera. “Tale documentazione – prosegue la nota – è stata immediatamente trasmessa dal presidente della Camera Gianfranco Fii al presidente della Giunta per le autorizzazioni Pierluigi Castagnetti”
RUBY: CONCLUSO VAGLIO PM SU INDAGINI DIFENSIVE – I pm di Milano che indagano sul caso Ruby hanno concluso l’esame degli esiti delle indagini difensive depositate ieri dai legali di Silvio Berlusconi: la Procura dovrebbe aver chiuso l’attività istruttoria e inviare presto al gip la richiesta di giudizio immediato per il presidente del Consiglio. Al momento non sarebbe arrivata alcuna istanza formale di trasferimento del procedimento al tribunale dei ministri. La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati affronta oggi il caso Ruby con la relazione del vicepresidente Antonio Leoni. Ieri la difesa del premier ha presentato una memoria in cui si sostiene l’assoluta incompetenza della procura di Milano sulla vicenda. Il clima politico è sempre rovente: accesissimo il dibattito dopo le parole di ieri della Conferenza episcopale italiana, mentre nella tarda serata si è registrato un nuovo durissimo intervento in tv del premier che, intervenuto telefonicamente al programma L’Infedele de La 7 condotto da Gad Lerner, ha definito la trasmissione “un postribolo televisivo”.
KARIMA, DISSI DI ESSERE NIPOTE MUBARAK – ”Quando ho conosciuto l’on. Berlusconi gli ho detto di essere figlia di una nota cantante egiziana e nipote del presidente Mubarak, che pure non avrebbe avuto buoni rapporti con mia madre”. A confermare questa versione e’ Karima el Marough, ormai nota come Ruby, controinterrogata dai legali del premier Piero Longo e Niccolo’ Ghedini. La dichiarazione di Ruby e’ nelle memorie difensive che gli avvocati di Berlusconi hanno presentato in giunta per le Autorizzazioni della Camera.
SICUREZZA PREMIER, NON C’E’ VERA IDENTIFICAZIONE E CONTROLLO – ”Non c’e’ una vera e propria identificazione e controllo. Quando le dimore del premier erano considerate residenze alternative a palazzo Chigi, le identificazioni erano effettuate in modo piu’ accurato e cio’ accadde fino a dopo meta’ 2006. Oggi l’ingresso compete al servizio di vigilanza privato e non alla sicurezza del presidente”. E’ quanto ha riferito agli avvocati Piero Longo e Niccolo’ Ghedini nel corso di un colloquio investigativo Antonino Battaglia, ”responsabile di uno dei turni” della sicurezza di Berlusconi ”fin dal 1990”. Attualmente Battaglia e’ inquadrato nei Servizi con la qualifica di dirigente di seconda fascia.
DA PM ESAME TABULATI PERSONALI, NON CELLA ARCORE – Gli accertamenti degli investigatori milanesi che indagano sul caso Ruby hanno riguardato i tabulati dei telefoni delle ragazze ospiti nella villa di Arcore, grazie ai quali si è potuto seguire i loro spostamenti in base alle celle telefoniche agganciate. Secondo quanto apprende l’ANSA, dunque, l’inchiesta della procura di Milano, per quanto riguarda le telefonate, ha passato in rassegna i cellulari e i tabulati delle singole persone e non la cella telefonica di Arcore. Nella memoria depositata ieri alla giunta per le autorizzazioni a procedere della camera dalla difesa di Silvio Berlusconi – indagato per concussione e prostituzione minorile – si sostiene che villa San Martino come palazzo Grazioli, Villa Belvedere, Villa Certosa e gli uffici di Segrate dell’uomo di fiducia del premier, Giuseppe Spinelli, siano luoghi di pertinenza della segreteria politica dell’on.Silvio Berlusconi. E questo, per molti avvocati-deputati del Pdl, potrebbe significare che per fare le indagini sui telefoni si sarebbe dovuto chiedere l’autorizzazione perche’ sarebbe stata analizzata la cella di Arcore.
GHEDINI-LONGO DEPOSITANO MEMORIA IN GIUNTA CAMERA – I legali di Silvio Berlusconi, Piero Longo e Niccolò Ghedini hanno presentato una memoria di tre pagine (con alcuni allegati) in Giunta per le Autorizzazioni della Camera nella quale si sostiene l’assoluta incompetenza della Procura di Milano ad occuparsi del ‘caso Ruby’. Nel documento si ribadisce anche che gli uffici del ragioniere del premier Giuseppe Spinelli dal 21 ottobre del 2004 sono ufficialmente segnalati come segreteria politica dell’onorevole Silvio Berlusconi così come Palazzo Grazioli, Villa San Martino, Villa Belvedere (la residenza dell’ex moglie Veronica Lario), Villa Certosa e due altri appartamenti tra cui quello a Segrate in uso a Spinelli.  I legali ribadiscono anche la competenza del Tribunale di Monza, anziché di Milano, visto che la telefonata del premier raggiunse il capo di Gabinetto del Questore (per chiedere il ‘rilascio’ della giovane marocchina) quando questi si trovava ormai nella sua abitazione di Sesto San Giovanni. Questa tesi però non ha mai convinto il Pd. Secondo i Democratici, infatti, la consumazione del reato si sarebbe avuta nel momento in cui Ruby è stata consegnata al consigliere regionale Nicol Minetti senza seguire il normale protocollo previsto in questi casi. E la ‘consegna’ della minorenne è avvenuta a Milano. Longo e Ghedini citano poi il caso dell’inchiesta di Trani (quando il premier chiamò Innocenzi dell’Agcom per insistere sulla chiusura di ‘Annozero’) per sostenere che in quel caso gli atti dalla Procura pugliese vennero trasmessi a Roma per farli trasmettere al Tribunale dei ministri. “Visto che la concussione è un reato contro la Pubblica Amministrazione, compiuto cioé da un Pubblico ufficiale – spiega Longo – riteniamo che la competenza debba essere necessariamente del Tribunale dei Ministri”. (Ansa)

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