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Morricone al Napoli Film Festival: “la musica diventa sceneggiatura”

NAPOLI – (di Daniele Pallotta) – Ennio Morricone è stato ospite del Napoli Film Festival. Il Compositore sta lavorando alla colonna sonora di un progetto in 6 puntate dedicato ad Eduardo De Filippo: “utilizzerò un quartetto d’archi, una chitarra, e un pianoforte un po’ scordato”. Nell’auditorium del Castel San’Elmo il maestro Morricone, autore di oltre 500 colonne sonore per il cinema, ha parlato della nascita e della lavorazione di alcune delle sue musiche più conosciute, raccontando i retroscena delle collaborazioni con i registi dei film ai quali erano destinate.

"Incontri ravvicinati" con il M° Ennio Morricone al Napoli Film Festival (foto di Andrea Baldo) ©2010 RIPRODUZIONE RISERVATA

LEONE, UN REGISTA AMANTE DELLA MUSICA. Ennio Morricone ricorda il rispetto che il regista Sergio Leone riservava alle musiche nei suoi film. “Non solo dedicava spazio alla musica, ma permetteva anche che fosse ascoltata, che il pubblico ne recepisse il messaggio – spiega Morricone – in C’era una volta il west nelle scene in cui c’è musica non si sentono treni, brusii, cavalli,o altro. Leone aveva capito che il cervello umano non può recepire troppi suoni nello stesso momento. Io e lui abbiamo imparato insieme la regola dell’EST: energia, spazio, e tempo, ossia la progressione, l’estensione e la durata dell’evento sonoro. C’è una scena in Per un pugno di dollari con 23 sincroni, ossia appuntamenti tra musica e fotogramma, che l’hanno resa molto difficile da comporre, ma in questo modo è diventata un pezzo di film. Leone riteneva che la musica facesse parte della sceneggiatura. E aveva molti dubbi, nella scelta della colonna sonora e non solo: le musiche di C’era una volta in America le avevo composta sei anni prima, e lui le aveva fatte ascoltare ad amici, parenti, sceneggiatori. Alla prima proiezione di Giù la testa erano presenti solo alcuni nostri familiari, e Morricone guardava le loro reazioni, non il film; poco prima che il film finisse, durante la scena finale, molto poetica, in cui i due uomini baciano la donna che entrambi amano, mio cognato si alza, Leone lo guarda e si impressiona: decise di tagliare quella scena bellissima perché mio cognato si era alzato” Risate del pubblico nell’Auditorium. Morricone continua “Questo rivela quanto fosse insicuro Sergio Leone, ma l’artista può essere sicuro solo della sua incertezza”.

LO SCHERZO DI ELIO PETRI. Morricone racconta che il regista Elio Petri gli mostrò una scena del film, allora in fase di lavorazione, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, in cui alla musica che il maestro aveva composto per il film era stata sostituita un’altra, sempre di Morricone. “Rimasi sconvolto – rivela – perché quella musica faceva schifo su quella scena, ma allo stesso tempo ero grato al regista perché aveva scelto un’altra musica comunque mia. Gli espressi la mia contrarietà, ma lui insisteva che la nuova versione era straordinaria. Io ho ceduto e lui mi disse : Morrico’, tu imbrocchi sempre, e mi dovresti prendere a schiaffi per questo scherzo che ti ho fatto. Fu uno scherzo grave, e mi insegnò che è il regista il vero creatore del film, può sbagliare, ma alla fine è lui a decidere.”

LA RIVELAZIONE SU “IL CLAN DEI SICILIANI”. Un particolare che Morricone dice di rivelare per la prima volta: “nella colonna sonora del film Il clan dei siciliani ho inserito il nome Bach: in musica la B è il si, la A è LA naturale, la C è do naturale. E’ stato difficilissimo, so che alla gente non gliene frega niente, ma io devo trovare anche dei modi per divertirmi con la musica.”

FORD COPPOLA E IL WALZER COMICO. “Per The Untouchables avevo scritto 9 musiche, avevo chiesto a Coppola di non scegliere la sesta, lui ha scelto quella. E per la scena della carrozzina che cade per le scale ho faticato a convincerlo che serviva un walzer comico per spezzare la drammaticità. Poi lui mi ha dato ragione.

MISSION, IL CAPOLAVORO. “Dopo aver visto il film Mission mi ero commosso per la strage che gli Spagnoli ed i Portoghesi avevano compiuto contro gli Indios. Il film era perfetto senza musica e non volevo comporne la colonna sonora, temevo di rovinarlo. Mi hanno convinto a farlo. Ho deciso di seguire alcune regole fissate dal Concilio di Trento in termini di partitura, ho intrecciato ritmi etnici primitivi, e il risultato finale mi ha dato grande soddisfazione.” Commenta Morricone. Il pubblico dell’Auditorium gli tributa un lungo applauso.

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