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‘L’uomo nero ha gli occhi azzurri’… perché a 7 e 10 anni è facile credere alle favole

NAPOLI (di Daniela Sasso) – si è tenuta ieri alle ore 18, nella sala dedicata a Silvia Ruotolo, presso la V Municipalità del Comune di Napoli in Via Morghen, la presentazione del libro della giornalista, cronista e scrittrice Giuliana Covella , “L’uomo nero ha gli occhi azzurri. La storia di Nunzia e Barbara”, Guida editore. Moderatrice dell’evento  la giornalista Barbara Tafuri.

Ad aprire la discussione, il Presidente della V Municipalità, Mario Coppeto. “Mi è stata raccontata la storia del libro, il quale tocca il delicato tema della Giustizia italiana, e di come quest’ultima  non sempre riesca nel suo nobile intento. Assistiamo con crescente frequenza a crimini ed episodi di violenza, nei quali a farne le spese sono sempre più spesso donne, e giovani donne (‘femminicidio’). Dopo trent’anni Giuliana Covella, col suo libro, ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica e della Magistratura stessa una vicenda tristemente sconvolgente che, allora, scosse profondamente la nostra città”.

L'uomo nero ha gli occhi azzurri - Giuliana CovellaLa moderatrice, la giornalista Barbara Tafuri, descrive quella che è stata la drammatica vicenda di Nunzia Munizzi e Barbara Sellini, le due ragazzine – rispettivamente di  10 e 7 anni – che nel 1983, nel quartiere partenopeo di Ponticelli, furono attratte con l’inganno da un uomo – che con ogni probabilità conoscevano e del quale si fidavano – rapite, violentate e brutalmente uccise, finché i loro corpi non furono rinvenuti nell’alveo Pollena. In base alla perizia post mortem del medico legale, Nunzia e Barbara, dopo le violenze subite, furono pugnalate ed arse, poi gettate nel canale.

L’Italia intera apparve scossa da quell’efferato duplice omicidio. Dopo un iniziale, breve, sospetto nei confronti di un maniaco del luogo, l’accusa dell’assassinio fu rivolta a tre ventenni allora incensurati, principalmente in virtù della testimonianza di un ‘super testimone’, il quale più volte, nel corso delle indagini e del processo, cambiò la sua versione dei fatti – pare che una di queste ritrattazioni venne all’epoca influenzata da un ex pentito di camorra – e senza nessuna prova sostanziale.

“E’ facile voltarsi dall’altra parte di fronte a certe realtà particolarmente complicate, scomode – afferma Giuliana Covella. Nel 1983 io avevo circa 11 anni e, sin da allora, questa vicenda mi è rimasta sempre particolarmente impressa. Crescendo, col trascorrere degli anni, e col mio lavoro di giornalista e cronista, due anni fa ho iniziato – quasi un po’ per caso – ad avvicinarmi, in prima persona, a questa triste vicenda. Ho cominciato a leggere gli atti processuali del tempo, mi sono recata in quegli stessi luoghi, ho parlato con tante, tantissime persone del posto, con personaggi direttamente o indirettamente coinvolti in quella storia, con avvocati, Magistrati, ed anche con ex camorristi dell’epoca che governavano la zona orientale della città. In quegli anni c’era la guerra tra i Cutoliani e la Nuova Famiglia per il possesso e la gestione del territorio in quelle zone, pertanto – continua l’autrice – la criminalità organizzata dell’epoca rimase molto nell’ombra, dal momento che voleva che la Polizia e le Forze dell’ordine si allontanassero il più celermente possibile da quei luoghi, culla dei suoi mal affari”.

Il fortuito incontro negli archivi Rai con un gruppo di avvocati fiorentini – i quali, sotto la guida dell’ex giudice Ferdinando Imposimato, volevano anch’essi vederci più chiaro sull’effettiva verità di quanto accaduto trent’anni prima – ha spinto ancor più l’autrice ad andare avanti con la sua inchiesta giornalistica, fino ad arrivare alla stesura ed alla pubblicazione del libro – che, per volere dello stesso gruppo di legali fiorentini, è stato presentato insieme alla Domanda di revisione del processo alla Corte d’Appello di Roma, a giugno 2012. A marzo 2013, i magistrati romani hanno accolto l’istanza, e il 16 maggio prossimo ci sarà la prima udienza.

Alla presentazione hanno partecipato anche Emiliano Venditti, il presidente dell’associazione ‘Telefono Azzurro’ di Napoli, l’avvocato penalista Carla Maruzzelli, l’avvocato civilista Alessia Schisano, il vice presidente dell’associazione di Scampia ‘Tutta n’ata storia’ Vania Piscopo – la quale ha illustrato la notevole pericolosità di una più moderna forma di pedofilia: la ‘cyberpedofilia’.

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