L’inedito volto socialista di Gabriele d’Annunzio, il libro di Antonio Alosco
NAPOLI (di Flavia Di Lena) – Poeta, esteta, patriota. È difficile delineare i tratti della figura poliedrica di d’Annunzio. La sua stessa vita, le sue stesse idee non possono essere valutate attraverso un’unica ottica. Da sempre la sua persona è legata al Fascismo. Avendo esordito precocissimo, d’Annunzio attraversò oltre un cinquantennio di cultura italiana, influenzandola profondamente in numerosi fasi attraverso anche un influsso profondo che esercitò sulla politica elaborando ideologie, atteggiamenti, persino slogan che furono fatti propri dal movimento Fascista.
In obbedienza all’immagine mitica che voleva creare di sé ed alle idee superomistiche cui si avvicinò dopo l’incontro con la filosofia di Nietzsche , d’Annunzio non si accontentò di un vivere puramente estetico. Vagheggiando sogni di attivismo politico, tentò l’avventura parlamentare come deputato di estrema destra. Tuttavia, nel 1900, ciò non gli impedì di passare allo schieramento di Sinistra. Di questo passaggio e di tale ambigua disponibilità, su cui si è spesso taciuto, parla il prof. Antonio Alosco, docente di Storia contemporanea presso l’Università Suor Orsola Beneincasa, nel suo libro “Gabriele d’Annunzio socialista”, facendo luce, attraverso documenti inediti, su una parentesi di vita del poeta che, per le sue posizioni irrazionalistiche e vitalistiche, è stato sempre attratto dalle manifestazioni di forza ed energia vitale, qualunque orientamento ideologico avesse.