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Legge elettorale, Schifani stoppa Fini “Meglio che l’esame continui al Senato”

Renato Schifani

ROMA – Botta e risposta tra i vertici di Camera e Senato. Oggetto del contendere la legge elettorale. Con il presidente di palazzo Madama, Renato Schifani che stoppa la rischiesta di Gianfranco Fini di affidare a Montecitorio l’avvio dell’iter di revisione delle norme. Per Schifani, invece, l’esame dei disegni di legge in materia elettorale deve proseguire presso la Commissione affari costituzionali del Senato. “Risposta ineccepibile ma è evidente che c’è una questione politica, perchè risulta difficile pensare che il Senato manderà avanti davvero la riforma della legge elettorale” avrebbe commmentato Fini con i suoi più stretti collaboratori.

Nei giorni scorsi il presidente della Camera, dopo la sollecitazione venuta da Udc e Pd in una riunione dei capigruppo di Montecitorio ad avviare il confronto sulle proposte di riforma della legge elettorale, aveva scritto a Schifani per segnalargli l’opportunità che i due rami del Parlamento trovassero un’intesa di metodo. Fini, nella sua missiva, ricordava l’accordo tra le due Camere che prevede che quel provvedimento venisse affrontato in prima battuta da Montecitorio.

Schifani però non ci sta e considera “opportuno” che l’esame dei disegni di legge in materia elettorale debba proseguire presso la commissione affari costituzionali del Senato. “Questa, infatti, fin dal 22 dicembre 2008 ha avviato per prima la trattazione della materia su due disegni di legge di iniziativa popolare sottoscritti da diverse migliaia di cittadini, ed estendendo in seguito l’esame alle numerose proposte di iniziativa parlamentare” afferma il presidente del Senato.

Sullo sfondo si delinea l’ennesima frizione tra Pdl e Fli. Pdl e Lega, infatti, temono che l’avvio del dibattito sulla riforma della legge elettorale alla Camera possa rappresentare un pericolo per la tenuta dell’esecutivo, visto che non è escluso che in Commissione possa formarsi una maggioranza diversa da quella di governo. Da questo l’intenzione di trattare la materia nel più rassicurante Senato dove il peso dei finiani è inferiore rispetto a quello di Montecitorio.

Le reazioni.
Per del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini “l’insistenza con cui il Senato ha voluto calendarizzare il dibattito sulle legge elettorale mi conforta: vuol dire che c’è un’esigenza, ormai avvertita da tutti, di superare l’attuale legge e di restituire lo scettro della scelta dei parlamentari ai cittadini”. Per la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro “lo spettacolo offerto dai presidenti delle Camere, schierati su posizioni diverse è l’ennesima testimonianza del fatto che maggioranza e governo non stanno più in piedi. Basta chiacchiere, bisogna fare la riforma”. Polemici anche i finiani: “Vedo tanti colleghi del pdl scatenati contro fini sulla legge elettorale in nome di un preteso ruolo politico del presidente della camera al quale contrappongono uno schifani che sarebbe politicamente asessuato e indipendente dal governo e dagli interessi politici del presidente del consiglio, immagine che induce al sorriso” dichiara Carmelo Briguglio. (Repubblica)

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