L’Atelier Canzanella salvato dalle suore, “La loro ospitalità non ci farà chiudere”
NAPOLI – La congiuntura economica non ha risparmiato neppure i locali storici della città, come per esempio l’atelier Canzanella, la più antica sartoria cine-teatrale e televisiva della città. Una storia iniziata male ma con un lieto fine. “L’affitto di 2500 euro mensili più altri 800 euro per il deposito era insostenibile. Il mio sogno è da sempre quello di realizzare un Museo del Costume, ma intanto sono stato costretto a chiudere il mio laboratorio storico”, era stato il grido d’allarme lanciato dal titolare e affidato anche alla pagina Facebook dell’atelier circa un anno fa.
Lo stesso Vincenzo Canzanella aveva affermato: “Ringrazio ancora una volta tutti quanti per la grande manifestazione di affetto dimostrata in questi giorni nei nostri confronti, molti mi hanno chiesto cos’è successo? Semplice: i tanti soldi che dovevamo avere da varie produzioni (sia enti che privati) non sono mai arrivati… o arrivano a piccole dosi, il lavoro attualmente si è ridotto di molto perché, non essendoci tanti soldi, le produzioni preferiscono arrangiarsi sui mercatini o far fare i costumi dalle sartine e non dai veri professionisti del settore, il nostro salvadanaio per le emergenze è finito, mantenere un’attività come la nostra con un repertorio vastissimo di costumi in magazzino ha dei costi elevatissimi, in parole povere sono finiti i soldi.
“E il messaggio è arrivato davvero. Non proprio grazie ai debitori – raccontano il consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della radiazza che con lo scrittore Maurizio De Giovanni avevano lanciato una dura battaglia pubblica a favore dell’atelier – ma alle suore Angeliche di San Paolo a piazza S. Eligio (zona Piazza Mercato), che hanno ospitato la sartoria. In cambio sono stati realizzati corsi gratuiti per ragazzi napoletani disoccupati che permettano loro di imparare un mestiere e introdurli nel mondo lavorativo della sartoria ad alto livello. Una buona notizia che possiamo finalmente raccontare tutti con il sorriso sulle labbra”.