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Cronaca

La Trattativa, Di Matteo e de Magistris: a Napoli è di scena la Giustizia

NAPOLI (di Maurizio Scialdone) – Vomero. Un venerdì di luglio. Nino Di Matteo scende le scale che portano da via Morghen a piazzetta Ferdinando Fuga.

Luigi de MagistrisAi lati delle scale due cordini di uomini delle forze dell’ordine a rimarcare la portata dell’evento… o soltanto a dimostrare fino a che punto Di Matteo sia esposto. In verità sta per cominciare solo un pomeriggio di passione. Un pomeriggio in cui il pm si racconterà ancora una volta con l’emozione di un uomo che in fondo fa solo il proprio lavoro e per questo, però, rischia la vita.
Ai piedi delle scale lo attende Luigi de Magistris, il Sindaco di Napoli, che non riesce a nascondere emozione. A lui il conto lo hanno presentato già molto tempo fa ma Nino Di Matteo – parole sue – lo considera ancora un collega.

La scusa ufficiale è quella della presentazione del libro “Collusi”, scritto dallo stesso Di Matteo, la realtà invece, o per lo meno quella che si percepisce dalle parole che scendono dal palchetto allestito per l’occasione, è che c’è tanta, ma proprio tanta, voglia di legalità e prima ancora di giustizia.

Ma – chiede Di Matteo – per avere giustizia bisogna schierarsi“. Schierarsi contro quella parte di società che apparentemente sembra civile, ma che di civile non ha assolutamente nulla. Quella che si gira dall’altra parte quando uno come Di Matteo rischia la vita.

Un vecchio senatore della Repubblica italiana disse che “il potere logora chi non ce l’ha”. De Magistris dice invece: “voglio essere lo strumento dei senza potere”. Il punto è proprio questo. Il potere è sempre stato uno strumento di pochi. Un motivo di invidia e di controllo. Fosse stato uno strumento al servizio di tutti, nessuno si sarebbe logorato, nessuno avrebbe provato ad impossessarsene con qualsiasi mezzo. Lecito e non.

E intanto le parole di Nino Di Matteo fanno male, sono violente. Perché oltre a tracciare un quadro più o meno noto degli anni novanta, danno anche il senso della solitudine alla quale uomini come lui sono destinati. All’isolamento che arriva puntuale per ognuno di loro. Gli fa eco un de Magistris la cui passione per la toga è ancora vivida, palpabile. Una seconda pelle. Tra i due alla fine nasce un abbraccio spontaneo e commosso.

Eppure questi sono solo uomini. Uomini che cercano di fare il proprio lavoro come tanti altri, e cercano di farlo bene.

Poi ci si sposta in Piazza Municipio per assistere alla proiezione del film di Sabina Guzzanti: La Trattativa. Una pellicola di cui si è parlato molto…poi però, quando è uscita nelle sale, nessuno l’ha saputo e il film lo hanno visto in pochi. Perché? Perché l’argomento è scomodo e meno se ne parla meglio è per tutti. Sabina Guzzanti alla fine della proiezione lo spiega e ne racconta l’iter tormentato. Modera il dibattito il direttore di Antimafia 2000, Giorgio Bongiovanni. Lui è un giornalista, impegnato da sempre nella lotta alla mafia che con la sua testata on-line è diventato un punto di riferimento. Arriva in diretta streaming da Palermo anche la voce di Salvatore Borsellino, fratelllo di Paolo e cittadino onorario della città di Napoli. E ancora Maurizio de Giovanni, lo stesso de Magistris e un ispiratissimo Marco Travaglio concludono una giornata in cui si è riflettuto, ci si è emozionati, si è tentato di capire, darsi una spiegazione.

Chiunque abbia partecipato a questa giornata non può non essere rimasto con almeno un dubbio. Non potrà evitare farsi domande. Intanto, però, non ha potuto fare a meno di notare la normalità di queste persone, la grande umanità e la gratitudine negli occhi. “Perché – dice Di Matteo – già poter essere ascoltati dalla gente, comunicare, anche se non necessariamente condividere, è una grande vittoria”.

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