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Cronaca

La questione “lavoro” al Consiglio comunale di Napoli

Palazzo S. Giacomo - sede del Comune di Napoli

NAPOLI (di Giuliano Pennacchio) – Atitech, Alenia, Eutelia, Ansaldo, precari del progetto Bros, disoccupati dell’area nord di Napoli; lavoratori con il posto di lavoro in bilico; disoccupati in cerca di prima occupazione o di un reddito per ‘campare’. Sono stati questi i protagonisti del consiglio comunale Napoli svoltesi, ieri 18 ottobre, in forma monotematica sulle questioni del lavoro, nella sala del Maschio Angioino, a Napoli.

Luigi De Magistris, nell’introduzione della discussione consiliare ha centrato subito il nocciolo del problema: Napoli ed il Mezzogiorno pagano lo scotto di politiche sbagliate di un governo a trazione leghista che sta tentando il trasferimento delle produzioni di eccellenza al nord del Paese. Non si spiegherebbe altrimenti la vicenda dell’Alenia, di cui la Lega vorrebbe trasferire a Varese i centri di programmazione, così come per certi versi, il caso dell’Ansaldo, un’azienda presente a Napoli da moltissimi anni, che ora è a rischio di ridimensionamento. Una situazione, quella di Napoli, ulteriormente appesantita dai tagli agli enti locali (il capoluogo campano perderà duecento milioni di euro tra quest’anno ed il 2012), dal mancato sblocco dei fondi Fas, dall’assoluta carenza di provvedimenti straordinari adottati dal Governo Berlusconi, invece, per altre città (vedi Roma e Catania).

Il lavoro che c’è va difeso; allo stesso tempo, come annuncia l’assessore Marco Esposito, occorre mettere a fuoco una nuova idea di sviluppo, che contrasti lo ‘spappolamento sociale’ dovuto ai tagli del governo centrale. Quindi, puntare, innanzitutto, ad una grande riconversione ecologica delle attività produttive, che si connetta alla tutela dell’ambiente; in questo senso è stato reso noto che ad aprile prossimo nel centro della città partenopea saranno operanti delle navette elettriche per gli itinerari turistici.

In aula la destra è assente. Gianni Lettieri, padrone dell’Atitech, un’azienda dell’ex Alitalia, nonché capo dell’opposizione di centro destra si fa vedere per un breve lasso di tempo e poi scompare. Invece, i lavoratori  di Atitech, in presidio al Maschio Angioino, aspettano ancora l’applicazione degli accordi firmati a Palazzo Chigi, tra Governo, Regione Campania e sindacati nell’ottobre 2009. Infatti, l’azienda di manutenzione aerea da quando è stata svenduta ai privati non ha commesse sufficienti per far rientrare tutta la manodopera, cinquecento lavoratori, dalla cigs. I lavoratori nutrono seri dubbi sulle capacità di un rilancio delle attività manutentive per gli aerei ed accusano Lettieri di voler far chiudere l’azienda per lucrare sul possibile fallimento.

Sandro Fucito, capogruppo della Federazione della Sinistra, si aggira tra i banchi della maggioranza di centro – sinistra  per comporre il  documento finale del consiglio comunale che dovrà  focalizzare le misure su cui puntare. ‘Napoli non ha bisogno di ulteriori centri commerciali, afferma il capogruppo FdS, ma di misure concrete per lo sviluppo produttivo’.

Difesa delle industrie e delle vertenze in corso, dalla FIAT alla Fincantieri; richiesta a regione  Campania ed al governo centrale di stabilizzare i precari che, da venticinque anni, lavorano nelle pubbliche amministrazioni, sono le priorità su cui puntare. Ma anche mirare a misure, come il salario sociale, per contrastare la crescente povertà di vaste aeree della popolazione meridionale.

Sulle politiche per lo sviluppo, sul programma minimo contro la disoccupazione, sembra che tutto il fronte progressista sia unito, dai comunisti fino al Partito Democratico.

Antonio D’Alessandro, segretario provinciale della federazione napoletana del PRC, fa da spola con i movimenti  e con le delegazioni dei lavoratori presenti alla discussione del consiglio comunale di Napoli ed i gruppi consiliari della sinistra. Il segretario napoletano di Rifondazione è convinto che sia Napoli che il Mezzogiorno necessitano l’apertura di una grande vertenza generale per il lavoro, che ridia dignità alle popolazioni meridionali e che crei le premesse di una grande trasformazione sociale.

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