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Enogastronomia

La nutrizionista consiglia: “Bere vino si, ma con moderazione”

NAPOLI (Dott.ssa Giorgia Luongo, Biologa Nutrizionista) – Il vino, componente essenziale della dieta mediterranea, sinonimo di convivialità e socialità, è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del mosto d’uva.

Calici, vino

I fermenti presenti nelle uve e nel mosto, costituiti principalmente da saccaromiceti, trasformano il fruttosio e glucosio dell’uva in alcol etilico e anidride carbonica. Esistono due tipi di vinificazione: la vinificazione “ in rosso ” e quella “ in bianco ”. Nella prima il succo d’uva, derivante dallo schiacciamento dell’acino, resta in contatto, per tempi variabili( il tempo di contatto dipende dalla colorazione del vino che si desidera ottenere ), con la buccia e i vinaccioli, mentre nella seconda, il succo viene subito separato e fatto fermentare. La fermentazione avviene a temperature controllate ( più basse per i vini bianchi e un po’ più alte per i rossi ) in modo da consentire uno sviluppo ottimale degli aromi e per preservarne il più possibile la qualità.

La concentrazione di alcol nel vino ne impone un limite di consumo, in quanto si tratta di concentrazioni oscillanti tra il 5,5% ed il 20%; l’alcol, pur avendo un alto contenuto energetico ( 1g di alcol apporta 7 calorie), non è indispensabile all’organismo poichè, non svolge alcuna funzione nutritiva. L’alcol etilico è assorbito e utilizzato molto rapidamente dall’organismo perchè non richiede digestione. È assorbito per diffusione lungo il tratto gastrointestinale e viene smaltito principalmente dal fegato, mentre la restante quota viene eliminata attraverso polmoni, urine e sudore. La quantità di alcol contenuta nelle bevande alcoliche è espressa generalmente sulle etichette come “grado alcolico” ( % ) che corrisponde al volume di alcol etilico presente in 100ml di bevanda. Un eccessivo consumo di vino, può provocare effetti tossici a fegato, stomaco, reni e cervello. Bere in maniera sconsiderata può portare alla tossicosi acuta e se l’eccesso diventa cronico si può arrivare alla dipendenza e all’ alcolismo cronico. L’alcolismo cronico è responsabile della comparsa di gravi malattie a carico del fegato (cirrosi, tumori, steatosi ed epatite alcolica) malattie che in gran parte sono determinate dall’ azione dell’ alcol etilico soprattutto in soggetti geneticamente predisposti e in chi si alimenta poco e male.

Un consumo moderato di vino però, in particolare di vino rosso, può avere effetti benefici sul nostro organismo. Tra le varie componenti del vino infatti, si ritrovano sostanze quali tannini, flavonoidi e resveratrolo che dalla buccia e dai vinaccioli dell’acino d’uva, passano nel vino durante il contatto con il succo nel processo di fermentazione. Queste tre sostanze bioattive ad azione antiossidante, oltre a contrastare la comparsa di radicali liberi nell’organismo, svolgono azione benefica sulla pressione arteriosa, sul bilancio emostatico (inibendo l’aggregazione piastrinica), migliorano la sensibilità insulinica, hanno un’azione chemiopreventiva nei tre stadi della cancerogenesi, modulano positivamente il metabolismo lipidico, stimolano la proliferazione cellulare e la sintesi del collagene a livello cutaneo, svolgono azione antiinfiammatoria attraverso l’inibizione del metabolismo dell’acido arachidonico e hanno azione vasorilassante migliorando in questo modo il microcircolo che nutre la cute. Quanto vino possiamo bere per poter non solo deliziare il nostro palato ma anche riuscire a giovare dei benefici che questa antica bevanda apporta al nostro organismo? Per le donne è bene non bere più di un bicchiere di vino rosso al giorno, gli uomini invece possono concedersi un calice di vino in più, arrivando ad un massimo di 2 calici di vini al giorno. Bere vino si può, l’importante è che lo si faccia rispettando le giuste quantità!

Dott.ssa Giorgia Luongo, Biologa Nutrizionista -(dottgiorgia.luongo@gmail.com)

Giorgia Luongo

cell. 339/7385489

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