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La Fiom al Pd: «Su Mirafiori si decida» Bersani: «Si rispetti esito referendum»

ROMA – La Fiom sul referendum di Mirafiori combatte una doppia battaglia: da un lato quella contro il progetto di fabbrica portato avanti dall’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, dall’altro contro il Pd che è d’accordo sul rispetto dell’esito del referendum a Mirafiori qualunque esso sia.

LANDINI – Maurizio Landini segretario del sindacato dei metalmeccanici della Cgil aveva sottolineato in mattinata che vertenza sullo stabilimento Fiat di Mirafiori «è ancora aperta» e la partita «può essere vinta e risolta positivamente». Poi, prima dell’incontro con Bersani, il segretario generale della Fiom Cgil aveva fatto un augurio: «sulla vertenza Fiat il Pd prenda una posizione univoca». Landini aveva poi confermato «il pieno sostegno della Cgil» sulla vertenza, a partire dall’impegno nella riuscita dello sciopero del 28 gennaio e aveva ribadito che la Fiom non firmerà comunque l’accordo indipendentemente dal risultato del referendum del 13-14 gennaio.

LE ALTRE AZIENDE NON IMITINO LA FIAT– «Se altre aziende tentano di fare come la Fiat devono sapere che si aprirà un conflitto senza precedenti» aveva detto poi il segretario generale della Fiom. Landini aveva poi ribadito l’importanza dello sciopero dell’intera categoria dei metalmeccanici proclamato per il 28 gennaio e ha sottolineato l’importanza della partecipazione a quello sciopero per evitare che quanto accaduto ai lavoratori della Fiat accada ad altri lavoratori. Landini ci teneva a ribadire un concetto: «Siamo il sindacato che firma più accordi nel Paese». Respingeva così l’etichetta di sindacato che non firma gli accordi assegnato alle tute blu della Cgil. «Abbiamo firmato oltre mille accordi che hanno coinvolto circa 230 mila metalmeccanici, dalla Ferrari alla Brembo, dalla Indesit alla Lamborghini che è tedesca», aggiungeva ricordando anche la firma posta sotto la ristrutturazione portata avanti alla Italtel. Non solo. «Quando i lavoratori possono votare liberamente la Fiom cresce in quelle fabbriche», diceva ancora mostrando, dati alla mano, come da giugno ad oggi nei rinnovi delle rsu per le quali hanno votato complessivamente 30 mila lavoratori la Fiom fosse l’unica categoria che aveva aumentato voti e delegati passando dal 61,7% al 66,6%, per i primi e dal 62,7% al 70% per i secondi. La Fim, invece, in termini di voti è passata dal 21,7% al 18,3% mentre in termini di delegati è passata dal 20,6% al 17,2%. Così come la Uilm è passata dal 13,2% al 10,7% in termini di voti e dal 14,2% al 10,3% in termini di delegati.

BERSANI – Dopo poco arrivava la risposta del segretario del Pd Pierluigi Bersani: «La posizione netta e chiara del Pd è questa: si deve rispettare l’esito del referendum di giovedì e venerdì e si deve mettere mano urgentemente a regole di rappresentanza che garantiscano sia l’esigibilitá degli accordi che i diritti individuali e i diritti sindacali di chi dissente». Lo ha dichiarato il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, al termine degli incontri sulla questione Fiat che ha avuto oggi presso la sede del Pd con i segretari generali di Fiom, Fim e Uilm. «Siamo assolutamente interessati -ha aggiunto- a che gli investimenti nel settore auto si realizzino e chiediamo che il governo esca finalmente dalla sua latitanza che è emersa in tutti i nostri incontri e si attivi finalmente per prospettare una politica industriale e ottenere chiarezza sull’insieme del programma che la Fiat ha annunciato e sugli sviluppi degli investimenti strategici della ricerca». (Corriere della Sera)

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