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Cronaca

De Laurentiis: sostituire i politici come gli allenatori

NAPOLI (di Attilio Iannuzzo – Il Mattino) – “Terre dei Fuochi” ed “Italia dei Veleni”, non solo di Napoli. Il Libro inchiesta del giornalista Paolo Chiariello e dell’oncologo Antonio Giordano fa luce sui disastri ambientali in una delle terre più belle d’Italia coinvolgendo l’intero paese. Si racconta di imprenditori senza scrupoli e del loro business, ma anche della complicità della popolazione che negli anni ‘90 faceva affari attraverso l’indotto economico che i rifiuti producevano. Alla presentazione del libro, che si è tenuta presso il Circolo Ufficiali del Comando Militare Esercito “Campania”, ha presenziato anche Aurelio De Laurentis: “Siamo un città che non sa valorizzare i beni che ha – ha dichiarato – e le grandi risorse che possiede; nel mio lavoro, quando vedo che un allenatore non funziona lo sostituisco, e così bisognerebbe fare anche con i nostri amministratori; bisogna investire sui più piccoli – -aggiunge – in quanto sono loro le vere risorse del nostro paese”.

Antonio Giordano ed Aurelio De LaurentiisLa popolazione ha taciuto per troppo tempo – ha dichiarato il magistrato Giovanni Conzo – in quanto anche per loro c’erano ingenti benefici economici; solo oggi purtroppo ci rendiamo conto del danno che quegli sversamenti hanno provocato”. Ma le accuse più gravi sono rivolte agli quegli imprenditori “Che avrebbero pagavano i camorristi con ingenti somme di danaro, anche 500mila euro affinché potessero uccidere magistrati scomodi. Un silenzio che ha generato un meccanismo irrefrenabile a cui, deve seguire oggi una bonifica di quei territori che non sarà semplice ed i cui benefici non saranno immediati”. “I dati sono sconcertanti – dichiara Antonio Giordano – il tutto testimoniato dall’aumento dei tumori in quelle terre; oggi la popolazione colpita da questi mali irrefrenabili non ne può più e scende in campo, basta vedere l’impegno delle ‘Mamme Coraggio’ che avendo visto morire i propri figli, vogliono che tutto ciò non accada più”.

L’inchiesta chiarisce i rapporti tra politica e camorra, e condanna quell’omertà che come un boomerang ha colpito chi per anni ha taciuto. “Come è possibile che 15mila camion – dichiara Paolo Chiariello – che hanno sversato rifiuti a ciclo continuo nelle cave siano passati inosservati ai nostri amministratori e alla gente che viveva in quei posti? Non credo che il nostro paese abbia bisogno di eroi, ma dobbiamo almeno avere la forza di indignarci”. Chiariello ricorda la terra in cui è nato, al confine con “La terra dei fuochi” e pensa a ciò che oggi è diventata: “Sono Nato a Sant’Antimo, – afferma Chiariello – mio nonno era contadino e coltivava quelle terre, oggi quando torno in quel posto mi accorgo che tutto è cambiato, tanti sono gli amici che sono stati colpiti da quel brutto male che è il tumore”.

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