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Coppa Davis 2016: cuore argentino

NAPOLI (di Raffaele Caiffa) – La Coppa Davis vola per la prima volta direzione Buenos Aires. E’ la rivincita dei sudamericani, il trionfo dell’ Argentina sulla Croazia: per la prima volta il team albiceleste conquista la vittoria dopo aver sfiorato il successo in 4 occasioni. E’ stata la vittoria del cuore e della volontà, di Juan Martin del Potro sul Marin Cilic, di Fedrico Del Bonis su Ivo Karlovic, ma non solo.

LA FINALE, disputatasi allo all’Arena Zagreb di Zagabria, è stata un’altalena di emozioni: la Croazia, in vantaggio grazie al successo di Cilic/Dodig che si erano imposti per 7-6(2) 7-6(4) 6-3 su Del Potro/Mayer, era arrivata ad un set dalla vittoria. Nel quarto match, indietro di 2 set, Del Potro ha saputo reagire da vero campione, sbaragliando la concorrenza di Cilic e mettendo a ottenendo 3 set consecutivi (7-6, 6-2, 5-7, 4-6, 3-6 in quasi 5 ore di gioco) dando l’occasione a Delbonis di concretizzare il miracolo sportivo che in tanti speravano (6-3, 6-4, 6-2 contro Karlovic). Del Potro e Del Bonis meglio di Vilas e Clerc, Coria, Gaudio o Nalbandian: tutti tennisti che sono arrivati a guardare da vicino l’agognata coppa, senza mai riuscire ad afferrarla. L’Argentina entra così a far parte delle 15 nazioni che hanno almeno una Davis in bacheca, la settima a vincere la manifestazione rimontando da 1-2 in finale.
JUAN MARTIN DEL POTRO è stato il trascinatore della sua squadra, vero e proprio eroe sportivo che ha saputo commuoversi e commuovere un popolo dopo aver, a sua volta, versato sul campo tante lacrime amare a causa di tanti, gravi infortuni, vivendo il riscatto del campione in questo 2016 nonostante un polso malandato. Delpo e Cilic si sono affrontanti l’ultima volta più di 5 anni fa. la Torre di Tandil ha saputo ripartire, dopo 2 anni di assenza e lo spettro del ritiro. L’argentino, soltanto il 15 febbraio scorso era numero 1042 al mondo e dopo essere tornato in questo 2016 ed aver vinto il torneo di Stoccolma e si è aggiudicato la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio, tornando in top 50 dopo 2 anni.

tennisPiù forte degli infortuni e superando operazioni e fisioterapie che lo hanno costretto lontano dai campi da gioco, la Torre di Tandil diventa il sesto giocatore in attività ad aver vinto almeno uno Slam, la Davis e una medaglia olimpica insieme a Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka. “Quello che ha fatto Del Potro è stato straordinario” ha detto il capitano Orsanic. “Rappresenta la sua nazione con così tanto orgoglio e ha dimostrato ancora una volta di essere un grande giocatore. Il suo traguardo sfiora l’impossibile, è stata la rimonta della Davis, della storia: ha un cuore grande così. Sognavo questo primo titolo da tanto, lo sognavamo tutti in Argentina”.

FEDERICO DELBONIS, paladino silente di Azul, è riuscito a dare un apporto fondamentale alla causa: numero 41 del ranking e capace venerdì di trascinare al 5o set Cilic (facendo spendere preziose energie al croato), ha chiuso in 3 set l’incontro decisIvo contro Ivo Karlovic nella notte di domenica. Una prestazione superlativa, quella di Delbonis, con sole 2 palle break concesse (salvate entrambe) per poi convertire 5 dei 9 break point contro un tennista reduce da una grande annata (2 titoli) e solido al servizio come Karlovic (in cima al ranking all-time per numero di ace). Ma il match di Federico non si riduce ad impeccabili game al servizio o a straoRdinari punti in risposta (devastante in molte occasioni), bensì ad una tenuta mentale quasi impeccabile nonostante si giocasse una finale di Davis fuori casa. Il 26enne di Azul ha messo sempre in difficoltà Karlovic esaltando il proprio mancino e punendo spesso le discese a rete del nativo di Zagabria con passanti precisi e scelte oculate.

“Devo provare a credere a quanto è successo, a quello che ho fatto”  dichiara commosso Delbonis “Sia noi sia loro abbiamo dato tutti il massimo per la nostra nazione, per i tifosi che ci sono venuti a sostenere. Noi abbiamo giocato con il cuore. Sono felice che il capitano abbia scelto me, perché siamo tutti buoni giocatori e chiunque sarebbe stato all’altezza della sfida”.

IL DRAMMA SPORTIVO DELLA CROAZIA si è consumato in casa dopo aver sprecato un vantaggio davvero notevole, rendendo la sconfitta ancora più pesante. Karlovic tornava in Coppa Davis per la prima volta dal quarto di finale proprio contro l’Argentina nel 2012. “Sono profondamente deluso, stasera mi sento malissimo“.

Marin Cilic, anche lui reduce da una stagione ad alti livelli (best ranking come n.6 del mondo e 2 titoli), non ha saputo chiudere il match avanti di 2 set ed avanti di break al 5o set, tracollo simile a quello avvenuto a Wimbledon contro Roger Federer (battuto in finale da Del Potro agli US Open 2009, unico Slam vinto dall’argentino). “E’ stato un match d’alto livello. Lui nel terzo era più lento, prendeva più tempo fra un punto e l’altro. Io dovevo essere in grado di trasformare il vantaggio Ma ho mancato l’occasione, ho commesso degli errori che non dovevo fare. Poi lui è cresciuto, è stata un po’ la svolta. È una sconfitta dura da accettare, per me e per l’intera nazione” ammette Cilic.

TESTIMONI DIRETTI siamo stati dunque, noi italiani. Testimoni del cammino albiceleste, noi, che abbiamo vissuto la sconfitta per mano di un Federico Delbonis non irresistibile di un Juan Martin del Potro a mezzo servizio e di un fatiscente Juan Monaco, ma sull’umida terra rossa del Tennis Club Baratoff, Fognini (3 match in poco più di 24 ore) Seppi e Lorenzi hanno ceduto il passo agli argentini, che hanno meritato di più, ci hanno creduto di più, la vittoria della volontà e della voglia di riscatto.

AI TIFOSI ARGENTINI va un plauso speciale: unici nel loro genere. Animati dal calore sudamericano e spinti dalla passione sportiva, si sono armati di bandiere e tamburi, dipingendosi il viso con i colori del proprio paese, inneggiando cori e dando vita ad uno torcida fantastica. Lo stesso Diego Armando Maradona ha assistito con “parecchio trasporto” alla finale di Coppa Davis.

CUORE E DISTANZA: Danzica, Pesaro, Glasgow ed infine Zagabria: gli argentini hanno giocato l’intera Coppa Davis lontani da casa, in missione, in terre straniere, ostili, ma si sa: il cuore non conosce limiti e spinti da supporters unici, torneranno in patria da eroi conquistatori.

Raffaele Caiffa

cell. 339 3103590

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