Notizie dall'Italia e dal mondo

Cronaca

Colera, caos e violenza ad Haiti, attaccati volontari Usa a Cap Haitien

PORT-AU-PRINCE – Un uomo è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco ieri a Haiti, e numerose persone sono rimaste ferite, in scontri fra caschi blu dell’Onu e manifestanti a Cap Haitien, nel nord del Paese. Lo ha reso noto una fonte di polizia. Gli scontri nella seconda città di Haiti sono scoppiati all’inizio del pomeriggio fra dimostranti e una pattuglia della Missione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione a Haiti (Minustah). La fonte non ha precisato se la vittima è un soldati dell’Onu o un manifestante.

Un portavoce dell’Onu, Vincenzo Pugliese, interrogato dall’Afp, non ha confermato che vi sia stato un morto e affermato invece che i dipendenti dell’Onu non si erano recati al lavoro ieri a causa della situazione di grande tensione. Lunedì scorso, sempre a Cap Haitien, in scontri fra manifestanti e caschi blu erano morte due persone e altre 14 erano rimaste ferite. I dimostranti protestavano contro il contingente delle Nazioni Unite, accusato anche di aver diffuso l’epidemia di colera che ha già causato a Haiti 1.110 morti.

ATTACCATI VOLONTARI USA A CAP HAITIEN – Un team di volontari statunitensi è stato aggredito da uomini armati mentre tentava di lasciare Cap Haitien, seconda città di Haiti e teatro delle violenze contro il contingente Onu di questi giorni. Gli 11 volontari, appartenenti a una organizzazione cristiana, sono rimasti illesi. Lo scrive la Cnn.

Gli 11 volontari, membri della Christian Motorcyclists Association – che si definiscono “missionari in motocicletta” – erano arrivati a Haiti nelle scorse settimane. Dopo i disordini, il gruppo si è rifugiato in un albergo in attesa che la situazione tornasse alla calma. Poi la decisione di lasciare la città, a bordo di un bus giallo, per dirigersi in Repubblica Domenicana. Ma lungo la strada, uomini armati di machete hanno tentato di bloccare il mezzo, riuscendo a spaccare i vetri delle porte. “Il nostro autista sembra un pilota Nascar: è partito in retromarcia per evitare il blocco – ha raccontato alla Cnn Terry Gibson, responsabile del team di volontari -. Loro però (gli aggressori, ndr) hanno piazzato due carcasse di auto bruciate in mezzo alla strada, per bloccarci”. Quindi, la folla ha iniziato a tirare sassi, riuscendo a immobilizzare l’autobus, tirando fuori dal mezzo un haitiano che accompagnava i volontari cristiani picchiandolo selvaggiamente. “L’autista è riuscito a ripartire, non so come, e miracolosamente siamo riusciti ad arrivare davanti a un compound dell’Onu. Dio ci ha protetto”. Il team di volontari si trova ancora all’interno del compound, presidiato da militari cileni della Minustah, e cercherà di uscire dal Paese nelle prossime ore. (Ansa)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.