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Chiaia omaggia De Filippo, una targa alla memoria

NAPOLI (di Ferdinando Maddaloni) – “ In Via Ascensione a Chiaia 8 una targa in ricordo del Maestro Peppino De Filippo. Presente il Sindaco Luigi de Magistris, Luigi De Filippo e l’assessore alla Cultura Nino Daniele”.

targa a De Filippo in via ascensione a ChiaiaMa perché solo ora? Da anni il figlio di Peppino, Luigi, si batte perché il padre abbia i meritati riconoscimenti anche nella propria città. Ci è riuscito nella capitale allorquando, alla “tenera” età di ottanta anni, insieme alla moglie, la vulcanica Laura Tibaldi De Filippo, ha sventato la sciagura che il prestigioso Teatro Parioli si trasformasse nell’ennesimo garage o supermercato dedicandolo poi al grande papà Peppino.

E’ nato così, nel 2011, il Teatro Parioli Peppino De Filippo. Di sicuro non c’è bisogno di una ricorrenza per esternare l’affetto e l’ammirazione che gli italiani nutrono per tutta la famiglia De Filippo e per i due eredi Luca e Luigi, da sempre e per sempre. Affetto che abbiamo potuto misurare anche in molti stadi italiani stracolmi di giovanissimi e non. Durante l’esecuzione di “Buonanotte all’Italia ” di Luciano Ligabue, un video presentava i volti migliori della nostra Terra e fu impressionante l’ovazione riservata a Peppino e Eduardo, assieme a Totò e a Massimo Troisi, in quel di Campovolo nel 2011. Noti sono i rapporti non idilliaci tra i due fratelli a causa dei tanti “diavoli” che ci misero tutti gli zampini possibili. Anche dopo la morte di Peppino, gelide furono le affermazioni di Eduardo che, rivolto al pubblico del Teatro Duse di Bologna, disse: “Adesso mi manca Come compagno, come amico, ma non come fratello”.

La salma di Peppino riposa nella Cappella di famiglia nel cimitero del Verano; poco distante è la cappella dove riposa Eduardo mentre Titina è sepolta nel cimitero di Manziana. Ci piace credere che la targa scoperta oggi a Napoli per Peppino, proprio nell’anno in cui sono previsti numerosi eventi per il trentesimo anniversario della scomparsa di Eduardo, vada nel segno di una virtuale par condicio per una impossibile quanto desiderata riconciliazione tra i due fratelli. Perché come dice Ligabue: “come se gli angeli fossero lì, a dire che sì, è tutto possibile…come se i diavoli stessero un po’ , a dire di no, che son tutte favole”.

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