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Certezza del diritto, tutti ci provano ma nessuno ci riesce

di Bonaventura Franchino

Quella intesa come diritto processuale, quello teso a garantire u processo celere e rispettoso dei diritti, ha occupato sempre un posto rilevante nei programmi dei vari governi che si sono succeduti. Tutti hanno sbandierato l’esigenza di poter giungere in tempi brevi a dare certezza del diritto e garantire ad ogni cittadino il pieno rispetto delle proprie posizioni giuridiche.

Il tutto sul presupposto che l’esistenza di un processo lento e magari poco rispettoso dei diritti, fosse causa determinante e concomitante di un mancato sviluppo sociale, di mancato appel verso investitori di altri paesi. Purtroppo, nel corso degli anni si è assistito solo a belle enunciazioni, giammai a provvedimenti seri, tesi davvero ad innovare ed ammodernare un sistema processuale rispettoso dei principi fondanti della nostra costituzione. Si è assistito solo a tentativi di modifiche posti in essere solo con l’intento di favorire parti politiche o interessi particolari. Proporre e innovare in settori come quello della giustizia richiede competenze ed una lungimiranza che i nostri politici hanno dimostrato di non avere; richiede altresì un dispendio di risorse economiche volte ad ampliare strutture e personale oltre che una visione che sia rispettosa dei diritti e non persegua interessi particolari.

abbiamo assistito a tentativi di modifiche costituzionali, mossi solo da derive autoritarie così come abbiamo visto proporre alchimie fantastiche che nulla hanno prodotto tranne che creare delle sovrastrutture artificiose che nulla hanno con la nostra tradizione giuridica e nulla hanno prodotto tranne che la introduzione di norme farraginose e prive di valenza. Mai nessun investimento in termini economici significativo è stato effettuato. Così, purtroppo, non si va da nessuna pare. La barbarie cui ci tocca assistere è lo specchio eloquente della nostra società. Innovare equivale a modernizzare, rendere un processo funzionale e rispettoso dei diritti; giammai potrà equivalere a realizzare norme farraginose preordinate solo a dar l’idea di aver innovato. Innovare equivale anche rispettare la parità di diritti e di trattamento; significa creare strumenti idonei a garantire progresso e civiltà.

Mai creare strumenti atti a tutelare interessi di pochi. Innovare significa avvicinare i cittadini allo stato mostrando con fatti concreti che esiste e le sue forme di manifestarsi sono idonee a garantire eguaglianza e sviluppo. Purtroppo, di tutto ciò mia nulla è stato realizzato, si è sempre data ampia prova di voler perseguire interessi di pochi a discapito della collettività; le risorse economiche sono state dirottare in altri settori; mai in quello della giustizia o della scuola. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Processi lenti e per niente rispettosi dei tempi moderni né di una società dove trovano ampio respiro i principi costituzionali. Allo stato si ritiene di tutta urgenza una radicale riforma del nostro processo, che sia ispirata a principi di eguaglianza e di ampia tutela dei diritti; il tutto sempre nel solco del diritto e della civiltà.

Oggi è stringente questa necessità perché se è sempre vero che l’ordinamento di diritto è lo specchio idoneo a misurare il grado di civiltà di un popolo, bisogna evidenziare che nel nostro paese il grado di civiltà è davvero ai minimi termini in quanto molto spesso si può rilevare la negazione dei principi sacrosanti ovvero dobbiamo di sovente rilevare le scorie che lasciano le mille diatribe insorte fra gruppi politici mossi solo dall’intento di perseguire interessi di parte e non generali.

Un pensiero su “Certezza del diritto, tutti ci provano ma nessuno ci riesce

  • Concordo, tra l’altro, sostengo una capacità di essere pronti all’innovazione cercando di mettere da parte le false/miopi battaglie.
    Un caro saluto.

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