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Berlusconi: Violata la Costituzione Inchiesta come per mafia

ROMA – Come già altre volte in passato, Silvio Berlusconi sceglie di difendersi contrattaccando. Ed il suo è un affondo durissimo contro i pm milanesi che indagano sull’affaire Ruby: magistrati di sinistra che, a detta del premier, tentano di sovvertire il voto con palesi violazioni di principi costituzionali commettendo tra l’altro violenze indegne sui testimoni che dovranno essere punite. Ancora una volta, il premier sceglie il video-messaggio ai Promotori della Libertà per la sua controffensiva mediatica. Davanti alla telecamera, sgombra in primo luogo il campo dai dubbi sulla tenuta della coalizione: a suo dire, infatti, il voto incassato dal centrodestra sulla relazione in merito allo stato della giustizia in Italia equivale ad una rinnovata “fiducia” con cui la maggioranza incassa “venti voti” in più dell’opposizione. Segue una puntigliosa memoria difensiva. Dice di aver “finalmente letto le 389 pagine” di quella che definisce “l’ultima persecuzione giudiziaria” ai suoi danni.

La 28esima in 17 anni da parte della Procura di Milano”, sottolinea. Ai magistrati milanesi contesta “violazioni di legge incredibili” tese a “sovvertire il voto popolare”. Parla di “monitoraggio continuo” di Arcore a partire dal gennaio del 2010 allo scopo di “controllare tutte le persone che entravano e uscivano” dalla sua abitazione. Il tutto con l’utilizzo di “tecniche sofisticate” degne di una “retata contro la mafia o contro la camorra”. Sottolinea poi un aspetto che ha risvolti giuridici di non poco conto: in quella casa “svolgo funzioni di governo e di parlamentare”, il che rende le “violazioni” da parte dei pm particolarmente “gravi” perché contrarie ai “più elementari principi costituzionali”. Inoltre, aggiunge, é la stessa Procura a riconoscere che i fatti contestati “sarebbero stati commessi” in qualità di Presidente del Consiglio dei Ministri. Fatto che a suo giudizio dimostra come “l’unico tribunale competente” sia quello dei ministri. Secondo Berlusconi, poi, la procura di Milano non è né funzionalmente, né territorialmente “legittimata” ad indagare perché il funzionario della questura (che sarebbe stato vittima di concussione) “era a Sesto San Giovanni”. E ciò significa che la competenza è del Tribunale di Monza. Il premier sostiene che vorrebbe “andare immediatamente dai giudici” per difendersi da accuse “assurde” che “sarebbe facilissimo smontare”, ma aggiunge di non poterlo fare perché si tratta di “pm che vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica”.

Il video-messaggio prosegue con una puntuale memoria difensiva in cui il Cavaliere smentisce entrambe le accuse mossegli dai pm: concussione, per aver fatto pressioni sulla questura allo scopo di affidare Ruby a Nicole Minetti, e prostituzione minorile per aver avuto rapporti sessuali con l’allora minorenne marocchina. Berlusconi si scaglia anche contro i metodi usati con le ragazze coinvolte nell’inchiesta, sottolineando che non si tratta di “indagate, ma soltanto di testimoni”. Perquisizioni, attacca, “compiute con il più totale disprezzo della dignità della persona e della loro intimità”: sono state “maltrattate, sbeffeggiate, costrette a spogliarsi, perquisite corporalmente”. Una procedura che definisce “irrituale, violenta e indegna di uno Stato di diritto che non può rimanere senza una adeguata punizione”.

Un concetto che il premier rafforza ancor di più, sostituendo la parola “reazione” (contenuta nella versione cartacea del messaggio) con quella assai più dura di “punizione”. La chiusa è tutta politica e suona come un monito ai pm: “Io sono sereno; il Governo continuerà a lavorare e il Parlamento farà le riforme necessarie per garantire che qualche magistrato non possa più cercare di far fuori illegittimamente chi è stato eletto dai cittadini”.

ANM A PREMIER, ATTACCHI INACCETTABILI A PM – ‘I magistrati svolgono il loro difficile compito con serieta’ e rigore, nel pieno rispetto delle norme processuali e dei diritti delle persone coinvolte, con l’unico scopo di accertare i fatti. Gli inaccettabili attacchi nei confronti dei magistrati da parte di esponenti politici non giovano ne’ alla serenita’ delle istituzioni ne’ all’accertamento della verita”. Cosi’ il presidente dell’Anm Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini replicano al presidente del Consiglio.

FAMIGLIA CRISTIANA: NOTTI ARCORE, SQUALLORE E DEPRAVAZIONE – “Le notti di Arcore”. Si intitola così il resoconto sul caso Ruby pubblicato sul sito internet di Famiglia Cristiana, che anche oggi torna a esprimersi con posizioni molto dure. “L’affresco delle ‘notti di Arcore’ che emerge attraverso le intercettazioni di molte ragazze che vi hanno partecipato, allegate alla richiesta di autorizzazione, è un misto di squallore e depravazione”, si legge nel testo. “Giovani pronte a ‘offrirsi al Drago’ in cambio di soldi, gioielli o alla disponibilità di appartamenti, ingaggiate per allietare le feste del ‘sultano’ “. “Se quanto scrivono i magistrati nella richiesta alla Camera di autorizzazione alla perquisizione dell’ufficio di un collaboratore di Berlusconi venisse confermato – sottolinea on line il settimanale dei Paolini – il quadro sarebbe squallido e sconfortante”.

FINI A PREMIER, NON SO COSA CI SIA DA DIVERTIRSI – “L’unico che trova qualcosa di divertente è il presidente del Consiglio, francamente non so cosa ci sia da divertirsi”. Con queste parole il presidente della Camera Gianfranco Fini commenta le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla vicenda Ruby. “Gli italiani sono sconcertati per la gravità delle accuse”, ha aggiunto affermando: “E’ legittimo essere preoccupati per la gravità delle accuse”. “Certamente è legittimo essere preoccupati per quello che sta accadendo, soprattutto per il buon nome dell’Italia nel mondo. Credo che molti italiani siano sconcertati per la gravità delle accuse mosse al presidente Berlusconi. L’unico che trova qualcosa di divertente in tutto questo clamore, è il presidente del Consiglio. Francamente non so cosa ci sia da divertirsi” ha detto Fini.

BOSSI, GIUDICI HANNO MASSACRATO PREMIER – ”L’hanno massacrato: non si e’ mai sentito un presidente del Consiglio massacrato in quel modo”. Cosi’ il leader della Lega, Umberto Bossi, commenta l’attacco del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai magistrati. ”Pensate – ha continuato Bossi – se agli uomini non piacessero le donne…”.

TERZO POLO, PREMIER SI DIMETTA O VOTO – “Se il presidente del Consiglio non é in grado di rispondere nelle sedi competenti alle accuse che gli sono state mosse e quindi di rassicurare un’opinione pubblica profondamente e giustamente turbata deve rassegnare le sue dimissioni e consentire così al Paese la serenità e la speranza per un futuro migliore e alle istituzioni di realizzare le riforme necessarie”. E’ quanto si legge in una nota diffusa al termine del vertice del Terzo polo in vista delle amministrative. Le forze politiche che si raggruppano nel nuovo polo sostengono che “altrimenti, nel rispetto delle prerogative del capo dello Stato, è meglio chiedere ai cittadini, attraverso il voto di realizzare il cambiamento necessario e urgente”. Secondo il Terzo polo inoltre “le gravi vicende emerse in questi giorni confermano e rafforzano le ragioni per le quali nelle scorse settimane il nuovo polo aveva chiesto una profonda svolta politica nella conduzione del Paese”.

VIETTI, PM SOVVERSIVI? ACCUSA GRAVE – “Usare espressioni come sovvertimento dell’ordine democratico è tanto grave quanto infondato”. Così il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, replica all’accusa rivolta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai pm di Milano che lo hanno messo sotto inchiesta. Ai giornalisti che gli chiedevano se si può palare di uno scontro con la magistratura, Vietti ha risposto: “Noi non vogliamo fare nessuno scontro con nessuno. La magistratura risponde con le regole che il Csm si è dato”. E ricordando che il Csm sta per discutere la pratica a tutela del pm di Milano, Fabio De Pasquale, Vietti ha fatto presente che “in questo contesto sarà possibile far valere le buone ragioni che sconsigliano in qualunque occasione ogni iniziativa di delegittimazione dell’ordine giudiziario, che è il presidio di legalità del Paese”. Ed ancora ai cronisti che gli facevano presente l’intenzione di Berlusconi di non presentarsi ai magistrati che lo indagano, Vietti ha risposto: “Questo è un problema di Berlusconi e dei suoi avvocati”. (Ansa)

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