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Cultura

Belle arti di Napoli, in mostra le sculture di Perez

NAPOLI (di Laura Adele Fusco) – Si avvia alla conclusione la mostra di Perez tenutasi all’accademia delle belle arti di Napoli, inauguratasi il 21 dicembre scorso. Esposte numerose opere dell’artista. Perez è stato uno dei protagonisti della scultura napoletana e italiana della seconda metà del XX secolo. Partecipo’ alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966 ed esordì con opere che recuperano dall’interno la sostanza stessa del modellato plastico. Per molti anni il Maestro è stato titolare della Cattedra di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ponendosi come punto di riferimento per diverse generazioni di artisti, che hanno a lungo seguito il suo lavoro e la sua ricerca dedicata ad una maggiore introspezione psicologia e ad un nuovo rapporto tra figura e spazio.

Attraverso le opere si intende dare uno spaccato della vasta produzione dell’artista, che all’arte e all’insegnamento dedicò tutta la sua vita, nell’intento di propagare un nuovo linguaggio volto a rompere gli schemi della cultura tradizionale e ad aprire nuovi orizzonti di ricerca.
Sono state selezionate circa trenta opere dell’artista,tra disegni,sculture in bronzo,gesso,argento,dai bronzetti della fine degli anni Cinquanta, ai Trofei del ’62-‘63, alla serie degli Specchi, che nel Narciso della Galleria dell’Accademia di Belle Arti, esposto alla Biennale di Venezia del ‘66, vede uno dei suoi momenti più alti, fino ad arrivare, con  Ragazzo seduto e uccello, agli inizi degli anni ‘70.Il decennio successivo è rappresentato in mostra dal monumentale gesso della Crocefissione – deposizione,esposto al pubblico per la prima volta dopo un lungo lavoro di restauro, eseguito dalla Scuola di restauro dell’Accademia con il coordinamento del Prof. Augusto Giuffredi. L’opera è stata in questa occasione generosamente donata all’Accademia, dal figlio Massimo Perez, docente di Costume dell’Accademia partenopea, in memoria  del padre  e dell’amore del Maestro per la sua Accademia, dove insegnò e lavorò dal
1955 al 1997.
Il percorso si conclude con le ultime due sculture modellate da Perez, nel ’97, Grottesca e Tebe. La prima mostra un aria vivace, quasi di “scherzo”, esaltato dall’ariosa geometria dello schema compositivo verticale, mentre Tebe, con il suo andamento orizzontale, richiama la tipologia tradizionale del sarcofago monumentale, ma deformandola e stravolgendola attraverso la spregiudicatezza di un linguaggio plastico che, ancora una volta, stringe insieme un disperato ed irriducibile desiderio di vita e un pauroso pensiero di morte.

Perez è stato uno dei protagonisti della scultura napoletana e italiana della seconda metà del XX secolo. Partecipo’ alla XXXIII Biennale di Venezia nel 1966 ed esordì con opere che recuperano dall’interno la sostanza stessa del modellato plastico. Per molti anni il Maestro è stato titolare della Cattedra di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ponendosi come punto di riferimento per diverse generazioni di artisti, che hanno a lungo seguito il suo lavoro e la sua ricerca dedicata ad una maggiore introspezione psicologia e ad un nuovo rapporto tra figura e spazio.Attraverso le opere si intende dare uno spaccato della vasta produzione dell’artista, che all’arte e all’insegnamento dedicò tutta la sua vita, nell’intento di propagare un nuovo linguaggio volto a rompere gli schemi della cultura tradizionale e ad aprire nuovi orizzonti di ricerca.Sono state selezionate circa trenta opere dell’artista,tra disegni,sculture in bronzo,gesso,argento,dai bronzetti della fine degli anni Cinquanta, ai Trofei del ’62-‘63, alla serie degli Specchi, che nel Narciso della Galleria dell’Accademia di Belle Arti, esposto alla Biennale di Venezia del ‘66, vede uno dei suoi momenti più alti, fino ad arrivare, con  Ragazzo seduto e uccello, agli inizi degli anni ‘70.Il decennio successivo è rappresentato in mostra dal monumentale gesso della Crocefissione – deposizione,esposto al pubblico per la prima volta dopo un lungo lavoro di restauro, eseguito dalla Scuola di restauro dell’Accademia con il coordinamento del Prof. Augusto Giuffredi. L’opera è stata in questa occasione generosamente donata all’Accademia, dal figlio Massimo Perez, docente di Costume dell’Accademia partenopea, in memoria  del padre  e dell’amore del Maestro per la sua Accademia, dove insegnò e lavorò dal1955 al 1997.Il percorso si conclude con le ultime due sculture modellate da Perez, nel ’97, Grottesca e Tebe. La prima mostra un aria vivace, quasi di “scherzo”, esaltato dall’ariosa geometria dello schema compositivo verticale, mentre Tebe, con il suo andamento orizzontale, richiama la tipologia tradizionale del sarcofago monumentale, ma deformandola e stravolgendola attraverso la spregiudicatezza di un linguaggio plastico che, ancora una volta, stringe insieme un disperato ed irriducibile desiderio di vita e un pauroso pensiero di morte.

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