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Al teatro San Carlo si cercano “nuovi mille”

NAPOLI (di Cristina Cipriani) – Il teatro San Carlo di Napoli è stato luogo di un particolare e importante incontro, intitolato «Chi sono i nuovi mille?».

In occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, il presentatore Giovanni Minoli insieme al suo gruppo di collaboratori ha ritenuto opportuno organizzare un incontro speciale all’interno del primo teatro lirico italiano, invitando gli studenti di diverse scuole di Napoli, così che si potesse discutere del passato della nostra Nazione assieme al Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, il fondatore dell’associazione «Libera», Don Luigi Ciotti e il Direttore de «Il Mattino», Virman Cusenza.

Calate le luci, il coro Voci Bianche del Teatro San Carlo presenta insieme al rapper Lucariello e Gerandina Trovato la canzone “I nuovi mille“, i cui proventi saranno devoluti alla Fondazione Pol.i.s. per l’attuazione di progetti di aiuto alle vittime innocenti della criminalità.

«Mille speranze, mille vite, mille sogni, mille destini, quando s’incontrano fanno scintille. Fuori dai riflettori si muovono i nuovi mille». Queste parole ispirano il dibattito, moderato da G. Minoli, che rivolgendosi al Presidente Caldoro, a Don Ciotti e al Direttore Cusenza, chiede: chi sono i nuovi mille?

Tutti credo nell’esistenza dei nuovi mille, ma Caldoro aggiunge che oggi la definizione “nuovi mille” è principalmente un richiamo simbolico, mentre Don Ciotti pensa che i nuovi mille siano proprio quei giovani, quelle famiglie e quegli uomini che ogni giorno lottano contro l’illegalità e si impegnano nonostante le molte difficoltà.

«Un solo sogno stretto dentro al cuore che la politica sia ancora un’ occasione», il testo della canzone “I nuovi mille” suggerisce un altro quesito a Minoli, infatti, domanda: oggi è possibile che la politica sia un’occasione?

Caldoro ritiene che questo sia possibile solo se c’è chiarezza sui programmi e soprattutto pensando alla vita di chi si sta governando. Dall’altra parte Don Ciotti riprende le parole di Papa Paolo VI, il quale considerava la politica come la forma di carità per eccellenza, in quanto è al servizio del bene comune. Mentre Cusenza vorrebbe una politica fatta di giovani, cui sia data realmente la possibilità di partecipare e di dire con coraggio la propria opinione in una società in cui, come dice Don Ciotti, «la cultura è il termometro dello stato di democrazia di un paese».

È necessario quindi eliminare il nemico che veste i panni dell’egoismo, come sostiene Caldoro, distribuendo in modo equo le nostre poche risorse e che, dice Don Ciotti, calpesta la Costituzione italiana con l’indifferenza.

In contemporanea all’incontro, altri studenti di molte scuole campane hanno guardato il documentario «Storia criminale. Camorra e bande criminali nella città di Napoli» di Aldo Zappalà e Mario Leombruno, realizzato in collaborazione con la Fondazione Pol.i.s. e l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa”. Documentario che racconta la storia della camorra, partendo dalle famiglie delle vittime innocenti, come Paolo Siani, fratello del giornalista Giancarlo Siani, ucciso in un agguato, e presidente della Fondazione Pol.i.s., come Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, colpita a morte, mentre tornava a casa.

È Alessandra Clemente a chiudere questa giornata di riscatto sociale e morale, chiedendo alla città di Napoli e ai suoi cittadini di «non dire più queste cose non cambieranno mai», ma di credere fermamente che la camorra debba e possa essere estirpata dal nostro territorio.

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