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AFMV: io di dirò le cose che già sai!

di Danilo Piscopo

Nell’era in cui la piattaforma di Youtube è diventata l’ovile dove scovare nuovi talenti da portare sul grande schermo, i The Jackal si sono subito contraddistinti per originalità e impatto visivo. Inutile dilungarsi troppo sul gruppo di Youtubers più famoso d’Italia. Approdano al cinema, quindi. Già dal trailer le aspettative erano altissime, mostrando spezzoni di scene fantascientifiche sullo sfondo di una Napoli da cartolina. Un ottimo incipit! Poi ci si siede in poltrona, il film inizia… e le cose cominciano a cambiare. Ma andiamo per gradi, analizziamo attentamente tutti i punti del film. Bisogna andare punto per punto, visto che in questi giorni molti si sono lamentati delle critiche fatte al film considerandole molto superficiali e poco dettagliate. Quindi andiamo di reparto in reparto!

Sceneggiatura: apparentemente corposa e ricca di personaggi che si sfidano a suon di battute. Il problema è che sono le stesse che possiamo ritrovare tranquillamente nei loro video in rete, aggiungendoci molta più retorica e luoghi comuni da quattro soldi (il trentenne fallito e mammone, le parolacce fra i quartieri, i cinesi che sono tutti uguali e gli alieni che vogliono distruggere la terra). Tutto intervallato da spezzoni di questo fantomatico film di fantascienza/azione che si chiama appunto AFMV, che guarda caso è anche il titolo vero del film! Geniale!

Fotografia: Non pervenuta. Sto ancora cercando il nome del filtro usato su After Effects. Inoltre è un guazzabuglio di elementi messi a caso nelle scene dell’astronave, lo spettatore in sala non sa dove guardare e non sa cosa guardare.

CGI (effetti speciali computerizzati): Presi in prestito da Snyder e Bay. Esagerazioni pompose e vuote allo stesso tempo. Soluzioni visive che fanno rimpiangere la sobrietà e l’umiltà.

Colonna Sonora: Non pervenuta. Non la ricordo proprio. Esiste una colonna sonora? Se la ricordate scrivete nome e autore nei commenti!

Recitazione: Pessima di quasi tutti gli attori. Ciro Priello è stancante fin dall’inizio del film, con le sue faccette, le smorfie e la recitazione all’americana che fa vergognare anche il pubblico in sala. Qualcuno dovrebbe spiegargli che non è Jim Carrey. Molto divertente, invece, è la comicità spontanea di Fabio Balsamo che da solo sembra quasi dover tenere le redini del film. Riuscito anche il personaggio del parcheggiatore abusivo, interpretato da Marco Mario De Notaris, personaggio venuto fuori dal corto The Parker degli stessi Jackal. Un formidabile Gigi D’Alessio, più credibile in questo ruolo che come cantante!

Regia: c’è da dire che la regia di  Francesco Capaldo è pregna di quel background evidente fatto di Edgar Wright e Spielberg, ma anche che ne è lontano anni luce causa la superficialità e l’idiozia di alcune delle sue scelte registiche. Troppo semplice far girare la camera intorno agli attori se vuoi chiarire che sei un buon regista.

Adesso facciamo un resoconto generale. In tutto questo caos qualcosa di positivo c’è. Si percepisce finalmente la voglia di riscoprire, all’interno del cinema italiano, il Genere. Ma allo stesso tempo c’è il profondo dramma di un’industria che cerca i suoi talenti in rete, inciampando in dei flop evitabilissimi, dove un film come AFMV non regge il confronto con una pellicola come Lo Chiamavano Jeeg Robot, superiore in qualità e ingegnosità di messa in scena. I buoni propositi c’erano ed erano evidenti, ma più simili a quelli di un bambino a cui viene messo in mano un giocattolo che, incautamente, alla fine rompe. AFMV è un film rotto, più simile alla demenza di un regista come Emmerich che alla genialità di un Wright, un Edwards o di un Blomkamp. Si spera con tutto il cuore che non ci sia una seconda occasione.

 

Voto: 2/5 stelle.

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