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“Pomigliano non si piega”, il libro dei lavoratori del Gian Battista Vico

NAPOLI (di Giuliano Pennacchio) – “Pomigliano non si piega”, è questo il titolo del testo, presentato questa mattina nella sede del circolo di Rifondazione Comunista di Pomigliano, vicino al Palazzo dell’Orologio, da Domenico Loffredo, segretario del circolo Fiat Auto del PRC e lavoratore del Gian Battista Vico e da molti altri lavoratori, autori del libro collettivo.

Nel giorno in cui dovrebbe partire il piano Marchionne, con  la nuova società costituita ad hoc,  che prenderà in carico  i primi otto lavoratori, c’è chi, con un libro ricorda all’opinione pubblica, ai lavoratori di tutto il paese che  c’è qualcuno che non ha voluto piegarsi all’accordo imposto ai sindacati dalla FIAT.

Un percorso, quello del testo, che si snoda nella vita dei lavoratori, delle loro famiglie, partendo dai cambiamenti che lo stabilimento di Pomigliano ha affrontato in questi ultimi anni. Il filo conduttore della ‘narrazione’ è focalizzato sulla difesa della dignità e dei diritti; una battaglia che i lavoratori stanno portando avanti contro ’luoghi comuni’ e disinformazione.

Infatti, il Piano Marchionne e l’accordo separato sono stati preparati dalla FIAT con una campagna contro i cosiddetti lavoratori fannulloni da un lato, e dall’altro con l’inasprimento di un clima d’intimidazione in fabbrica.   Intanto, in questi anni risultano essere peggiorate le condizioni di chi lavora in linea, lo sfruttamento è aumentato ed il controllo dei capi sui lavoratori è diventato asfissiante; anche prendere una bottiglietta d’acqua al distributore automatico può procurare una sanzione. Anche nell’indotto FIAT le condizioni dei lavoratori sono molto peggiorate.

La vicenda principale del racconto collettivo dei lavoratori del PRC è quella riferita al referendum sull’accordo separato del 22 giugno scorso. Questo evento (che rappresenta una rottura con la storia delle relazioni industriali nel nostro paese e che vede la ‘nuova Filosofiat’ essere uno dei sostegni più convinti alle politiche regressive del governo Berlusconi) non è ancora del tutto concluso; è questa la tesi del libro.

La lotta non è finita. Gli operai, con il con il 40% dei no al referendum hanno dimostrato di non essere solo dei numeri, hanno riscoperto la dignità, la solidarietà di classe e soprattutto non si sono piegatati  ai ricatti.

Antonio D’Alessandro, segretario provinciale di Napoli di Rifondazione Comunista/ Federazione della Sinistra è convinto che il libro dei lavoratori del Gian Battista Vico non solo declini le ragioni di una lotta esemplare, ma allo stesso tempo, descriva, con maestria, l’attuale condizione del lavoro in fabbrica. La politica ed i partiti del centro sinistra dovrebbero ripartire dal mondo del lavoro per ricostruire le ragioni dell’alternativa.

 

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